La Via del Qigong

Fin dall’antichità, in Cina sono state sviluppate delle tecniche di salute per guarire da ogni tipo di malattia, per riequilibrare il corpo, ma anche per aumentare l’energia vitale dell’individuo ed interagire con essa in molte maniere. L’insieme di queste tecniche, in epoca contemporanea, ha preso il nome di ‘Qigong’.

Questo nome ha un significato molto ampio ed insieme molto profondo; per comprenderlo fin dall’inizio nel modo giusto, possiamo anche analizzarne un altro: ‘gongfu’ (lett. ‘Maestria’). Gongfu è un termine che significa ottenere qualcosa attraverso l’impegno, la costanza e la pazienza (dove ‘gong’ significa ‘lavoro che richiede forza, quindi meritorio e ‘fu’ sta per ‘uomo cresciuto, uomo maturo o Maestro’). Nel termine Qigong, abbiamo quello stesso ‘lavoro meritorio’ fatto sul Qi (energia vitale, soffio, respiro,…).

Sulla base della stretta correlazione tra spirito e corpo, è stata sviluppata una pratica fisica, respiratoria e mentale che, rafforzando l’organismo sano e curando quello malato, aiuta la circolazione dell’energia vitale in noi, attraverso la cooperazione di corpo, respiro e mente. Questa cooperazione è fondamentale: il corpo, il respiro, la mente, l’energia, lo spirito, … sono elementi, espressioni di un’unità: l’essere umano! Ognuno di questi elementi è parte e forma dell’altro, perciò è in grado di interagire con gli altri, di influenzare e modificare gli altri. L’organismo quindi, come insieme organico, completo di tutti questi elementi, ha bisogno di un corrispondente insieme di pratiche e “ginnastiche” che possano stimolare e controllare la salute sia fisica (del corpo e del respiro), sia mentale, energetica e spirituale. Il Qigong è tutto questo!

Il Qigong è l’arte di coltivare il Qi, accrescerlo, rafforzarlo e raffinarlo, attraverso tecniche esterne e spirituali: respirazione, postura e movimento, concentrazione mentale e meditazione. L’insieme delle sue tecniche, elaborato e sviluppato attraverso i millenni con lo scopo di favorire e mantenere la salute, donare longevità, forza e conoscenza, in vista di una realizzazione anche spirituale, è anche parte importante della Medicina Tradizionale Cinese. La struttura portante del metodo di pratica e di terapia in cui consiste il Qigong, è infatti quella della MTC, poiché ha alla base le stesse leggi (oltre agli stessi principi filosofici), le stesse modalità interpretative e diagnostiche: concetto di energia (Qi), legge dello Yin/Yang; legge dei cinque movimenti, livelli energetici, meridiani, ecc. Dalla MTC, però si distanzia quando si definiscono gli scopi e le tecniche di pratica personale e di terapia sull’altro. Infatti il Qigong considerato parte della MTC, è solo una parte di quello che rappresenta il mondo filosofico, culturale e tecnico alla base della pratica e della terapia del Qigong.

Dal punto di vista terapeutico, il substrato culturale e tecnico su cui si fonda il “lavoro sul Qi” è la Medicina Popolare ed il suo processo di sviluppo nel corso della storia, quella praticata ancora oggi, tradizionalmente, dai maestri di Qigong nelle campagne o nei villaggi, basata sulla vera sensibilità personale e sulla capacità di interagire a livello energetico con il mondo esterno e con le altre persone, … tutto questo molto prima della vera e propria canonizzazione attuata da quella che attualmente è diventata la Medicina Tradizionale Cinese in uso negli ospedali e diffusa per tutto il mondo. Per quanto riguarda la pratica personale più profonda, le fondamenta sono quelle che mettono insieme le antiche pratiche di longevità taoiste, le tecniche per un lavoro interiore utilizzate nei templi dai monaci buddisti per una crescita della consapevolezza spirituale, o dai praticanti delle arti marziali per una base di preparazione più approfondita che comprendeva proprio una cooperazione di corpo – respiro – mente attraverso lo stesso “lavoro sul Qi”.

Dal punto di vista sia della pratica personale, sia della terapia, il Qigong fornisce, dunque, al praticante un grande strumento di conoscenza e di salute per sé e per gli altri: favorisce lo sviluppo della consapevolezza più sottile e potente del Qi. Quando poi il Qi è sapientemente indirizzato nel proprio corpo o nel corpo delle altre persone, aiuta a guarire eliminando i blocchi, le stasi, i punti deboli nella rete dei vasi e canali del sistema energetico. Gli esercizi praticati forniscono una sapiente guida alla forza vitale che può essere indirizzata in ogni cellula del proprio corpo o proiettata esternamente attraverso le mani, gli occhi e la mente, verso un altro individuo, realizzando una vera pranoterapia guidata e consapevole, dagli alti poteri rigenerativi e di guarigione.

Origini Storiche del Qigong

Il Qigong, come parte importante della Medicina Cinese, ha delle origini risalenti ad alcuni millenni prima di Cristo. Gli antichi Cinesi erano un popolo di coltivatori, che ha imparato i principi del Qigong naturalmente, osservando i cicli di semina e raccolto, di vita e morte. Un contadino coltiva le sue messi prendendosi cura di loro, assicurandosi che prendano il giusto nutrimento dalla terra e dal sole, curando il suo campo per rimuovere le influenze distruttive e patogene. Come nella coltivazione, il Qigong richiede attenzione costante quotidiana, specialmente durante le prime ore del giorno. I primi stadi della pratica del Qigong sono i più importanti, per assicurarsi che i semi del Qi germoglino e mettano forti e profonde radici. Una pianta in salute è piena di linfa vitale (il Qi). E’ flessibile, ma forte. Ondeggia con il vento, ma non si rompe. Quando la pianta è malata, appassita o morta, è dura, rigida e si spezza facilmente. In un campo in salute, molte messi sono coltivate, a rotazione. Questo crea un ambiente ricco di minerali, in cui non una singola messe sarà sommersa da eccessivi nutrimenti o si troverà in una terra povera. Allo stesso modo il vasto repertorio di tecniche terapeutiche di Qigong, ci permette effettivamente di avere a che fare con differenti stati di salute e malattia.

Probabilmente gli esercizi (che possono essere denominati Qigong) più antichi in Cina, sono le danze sciamaniche che imitano il movimento degli animali. Durante la din. Zhou (1028 – 221 a.C.) c’era un rituale popolare per il Capodanno conosciuto come “Il grande Esorcismo” (Da No). Uno sciamano indossava una pelle d’orso sulla testa, con quattro occhi d’oro, come per guardare nelle quattro direzioni. Danzando attraverso il villaggio, seguito da una processione di abitanti che indossavano maschere rappresentanti gli animali dello zodiaco (dragone, tigre, cavallo, …), lui cacciava via le pestilenze e i demoni.

        Simili danze degli animali sono registrate su pannelli di arte rupestre ovunque in Cina. Alcune di queste comprendono uniformi, sequenze di danze prestabilite eseguite da molte persone insieme. Altre raffigurano combinazioni di posture di animali ed esercitazioni militari, dando delle possibili evidenze di un antico legame tra movimenti degli animali, Qigong e arti marziali.

        Il più antico riferimento al Qigong (chiamato “Daoyin” in quel periodo) come pratica terapeutica invece che danza, è un’iscrizione su dodici pezzi di giada, datati sesto secolo a.C., contenenti consigli sul prendere il respiro e permettergli di discendere nel corpo, presumibilmente nel basso addome. Il sinologo J. Needham include una completa traduzione dell’iscrizione nella sua monumentale opera “Scienza e Civilizzazione in Cina”: “Quando (il Qi) va giù, diventa calmo. Quando diventa calmo si solidifica, quando diventa solido germoglia. Dopo che è germogliato, cresce. Appena cresce, sarà spinto di nuovo indietro (nella zona alta). Quando sarà stato spinto indietro, raggiungerà la corona della testa. Al di sopra, premerà contro la corona della testa. Al di sotto premerà verso il basso. Chiunque segue questo vivrà, chiunque agisce contrariamente morirà.” Questo testo antico potrebbe facilmente descrivere tecniche di Qigong moderne. Coltivando il respiro tranquillo e rilassato, il Qi si accumula e “solidifica”, facendo sentire il corpo stabile ed equilibrato. Poi il Qi “germoglia”, si muove attraverso tutto il corpo, dalla corona della testa alle piante dei piedi creando vitalità e longevità.

        Molti degli esercizi di Qigong di oggi, sono basati anche su posizioni collegate tra loro, ognuna fluente nella successiva, come in una bella e lenta danza. Ispirate alle antiche danze rituali designate ad alterare la coscienza, che davano, sia all’esecutore sia all’osservatore, una sensazione di unità con il Qi onnipresente. Per alcune di queste danze si credeva conferissero salute e longevità. Quando la figlia del re Wu (514 – 495 a.C.) morì, lui ordinò una pubblica esecuzione della “Danza della Gru”, il simbolo del Trionfo e della potenza sulla morte. Intorno allo stesso periodo, Wang Zi-qiao (ca. 550 a.C.) un principe e saggio taoista del regno di Qin, praticò la danza della gru, come simbolo di immortalità. Secondo la leggenda taoista, quando il principe Wang morì, lui ascese al cielo cavalcando una gru.

        Nel classico taoista “Dao De Jing” (lett. Il classico della Via e della Virtù), Laozi, il patriarca del Taoismo, scrive: “Controllando lo yang e lo yin, abbracciando l’Uno, puoi non far sì che loro svaniscano? Concentrando il Qi ed ottenendo l’estrema flessibilità, puoi tu diventare come un bambino? (cap. 10) Le innumerevoli cose sono nutrite da yin e yang, attraverso l’armonizzazione del Qi, loro ottengono l’armonia. (cap. 42)

        Un discepolo di Lao Zi, Zhuang Zi (369 a.C.? – 286 a.C.), nomina il Daoyin per nome: “Inspirando attraverso la bocca mentre si esercita il respiro, Sputando fuori il vecchio respiro ed assorbendo quello nuovo, movendosi come un orso, stirandosi come un uccello, Questa è semplicemente l’arte della longevità! E’ lo scopo di quegli studiosi che praticano il daoyin.” (cap. 15) Zhuang Zi ha anche riconosciuto le dimensioni spirituali del Qigong; lui sapeva che coltivando il Qi, la mente poteva diventare aperta e ricettiva. Invece di digiunare dal cibo, i Taoisti preferiscono digiunare dalle parole e dai concetti. “Posso chiedere il significato di ‘digiunare con la mente’?” “Rendi uniforme la tua volontà. Non ascoltare con le orecchie, ascolta con la mente. No, non ascoltare con la mente, ma ascolta con il Qi. … Questo ‘qi’ è un vuoto che è ricettivo verso tutte le cose. Il Dao (lett. Via) è compreso attraverso il vuoto. Il vuoto è digiunare con la mente.” (cap. 4)

        Il Taoismo, la tradizione spirituale originata in Cina, è pragmatica e materiale, enfatizza la semplicità (su) e l’armonia con la natura (ziran). Per mantenere il corpo e la mente in salute, i Taoisti, soprattutto quelli che vivevano in maniera austera in montagna, praticavano e sviluppavano molti stili di Qigong. Needham crede che quel Taoismo mescola la saggezza delle tecniche terapeutiche e mistiche dei filosofi – eremiti, con l’abbandono della società alla ricerca di una più profonda verità nella natura, con elementi dello sciamanesimo cinese.

Il Qigong taoista può aver incorporato anche danze dagli animali e posture proprie dello sciamanesimo. Il termine taoista per ‘saggio’, xian (spesso tradotto ‘immortale’ per la preoccupazione taoista verso la longevità), era anticamente una raffigurazione di una sciamano danzante coperto di piume, come imitando un uccello, adesso invece raffigura un uomo ed una montagna, rappresentando così, l’immagine più vicina al senso di ‘eremita’, colui che vive ritirato in montagna.

        Per quanto riguarda le evidenze di un legame tra movimenti degli animali, Qigong e arti marziali, alle quali abbiamo accennato, noi sappiamo che già nel terzo secolo a.C. esisteva uno sport popolare conosciuto come “Jiao di” (lett. lotta di corna) in cui due uomini disarmati, ognuno indossando pelle e corna di bue, cercavano di combattere l’altro fino a bloccarlo a terra.

        Gli “Annali delle Primavere e Autunni”, un documento storico del terzo secolo a.C., contengono importanti riferimenti all’antichità delle danze terapeutiche. Vi leggiamo che durante il regno del mitico Imperatore Yao (ca. 2000 a.C.), grandi alluvioni causarono ristagno e congestione sia sulla terra sia nella popolazione. C. Despeux traduce una parte di questo documento nel suo saggio “Ginnastica, Daoyin: La Tradizione antica”: “Le vie dell’acqua erano ostruite e interrotte, così che lo scorrere era pessimo fin dalle sorgenti. Per lo stesso motivo, quando il respiro o l’energia dell’individuo è congestionata e stagnante, i muscoli e le ossa sono contratti e non si flettono bene. Uno allora ordina alcune danze che guidano il respiro ed assicurano che esso si muova attraverso il corpo in un modo armonioso.”

        La bibbia della Medicina Cinese, “Huang Ti Neijing” (Il classico della medicina dell’Imperatore Giallo”), compilata nel primo e secondo secolo a.C., raccomanda il Daoyin per curare raffreddamenti e febbri e stati in cui … lo scopo del Daoyin è di diventare come gli antichi saggi che “…erano tranquillamente sereni nel niente, e la vera forza vitale (Zhen qi) li accompagnava sempre; il loro spirito vitale (originale) era preservato all’interno; così, come poteva la malattia colpirli?”

        Il Classico è anche l’origine del canone base della medicina cinese: il medico saggio cura le malattie prima che esse si sviluppino, piuttosto che dopo la loro manifestazione. E’ difficile seguire questo principio nella medicina allopatica, perché la biotecnologia occidentale è spesso incapace di individuare una malattia in uno stadio davvero iniziale. Alcune cellule cancerogene, per esempio, devono moltiplicarsi e crescere per anni prima che si manifestino nei raggi X o nelle analisi del sangue. Sensibilizzando se stessi agli stati di salute e di malattia dell’energia interna, Qi, uno può avere un modo ideale di cominciare un trattamento quando lo squilibrio non è ancora clinicamente manifesto ed è senza sintomi ben definiti. Nella Cina antica il Qigong era trattamento alternativo. Se la prevenzione o il trattamento iniziale falliva, il medico prescriveva delle erbe e/o l’agopuntura.

        Motivi animali riappaiono sempre nella storia e nella pratica del Qigong. Posizioni individuali e stili interi di Qigong furono modellati imitando gli animali Le tipiche posizioni di Qigong nominate dal filosofo taoista Huai Nan Zi (morto nel 122 a.C.) includono: “L’anatra che si bagna”, “La scimmia saltellante”, “Il gufo sgargiante” e “La tigre che si gira”. Dai sistemi di Qigong sviluppatisi negli ultimi secoli derivano: “”Il ruggito del leone”, “La scimmia appesa all’albero”, “Il serpente che si avvolge in spire”, “Il vecchio orso nella foresta”, “La gru che vola”. Gli studenti di Qigong coltivano le capacità degli animali: equilibrio, flessibilità, grazia, e forza. La cosa più importante: attraverso la pratica si cerca di personificare la salute, la robustezza, e la vitalità degli animali.

        Nel 1973, gli archeologi, vicino la città di Changsha, la capitale della provincia dello Hunan, hanno trovato un reperto che è diventato il grande locus di informazioni sul Qigong antico. Quando hanno scavato la tomba del re Ma (ca. 168 a.C.), in una delle bare hanno trovato un pezzo di seta arrotolato, mezzo coperto dall’acqua. Alto circa 50 cm e lungo 100, il reperto in seta contiene i più antichi disegni di posizioni daoyin, quattro file orizzontali di undici figure ognuna, in tutto 44.L’intera mappa era chiamata “Daoyin tu” (lett. La mappa del daoyin). Le figure dipinte rappresentano quasi tutte le categorie del Qigong moderno: respirazioni, posizioni stanti, movimenti, e auto – massaggio da in piedi, seduto e sdraiato. Molte delle figure si flettono, si stirano, o ruotano. Con questa scoperta è stato possibile, non solo leggere dell’antico daoyin, ma vedere realmente cosa fosse la pratica.

        Ci sono didascalie a fianco alla maggior parte delle figure sulla mappa. Alcune delle didascalie sono nomi di animali, tra cui: il falco, il lupo, la gru, il dragone, il gatto, l’orso; forse questi erano i nomi dei movimenti. Altre didascalie descrivono come muovere il corpo: “flettersi alla vita, ondeggiare le braccia,” ecc. Molto interessanti sono le didascalie che descrivono le disfunzioni, come malattie di reni, flatulenza, ginocchia doloranti, lombaggine, reumatismi, disturbi gastrici, e ansia, suggerendo che già nel 168 a.C. specifiche tecniche erano usate per trattare specifiche malattie. Questi esercizi potrebbero essere stati comunemente conosciuti come “rimedi caserecci” o forse prescritti da terapisti specializzati.

        Le figure nella “Daoyin tu” rappresentano sia giovani sia anziani, uomini e donne, persone comuni e burocrati. Secondo una studiosa di Taoismo ed insegnante di Qigong, Patricia N.T. Leong, “Il variare genere e abiti nelle figure, sembra indicare che gli esercizi terapeutici e l’aspirazione alla longevità non erano riferite ad una classe, ma erano interesse di un ampio spettro della società. La “Daoyin tu” è il più raffinato esempio della consistenza e continuità delle tecniche terapeutiche del Qigong. Per la maggior parte, gli esercizi sembrano così simili alle posture del Qigong moderno che è possibile dedurne come fossero praticate. I ricchi temi della “Daoyin tu” sono considerati come una tappa lungo la linea percorsa attraverso la fabbrica della storia del Qigong e della sua evoluzione.

        Dopo la “Daoyin tu”, la letteratura del Qigong fiorì sempre di più. Nel 142 d.C. un Taoista di nome Wei Boyang scrisse lo “Can Tong Qi” (lett. “L’affinità con l’Albero” – ‘spirituale, terrestre/materiale, e umana’), il primo libro sull’alchimia nella storia dell’Est e dell’Ovest. In esso Wei dimostrò come le teorie di yin–yang, dei cinque elementi, e i simboli provenienti dall’ “Yi Jing”, possano essere applicati all’alchimia.

        L’alchimia, per quei primi Taoisti, consisteva nella creazione di un elisir dell’immortalità, sia attraverso elementi del proprio corpo (neidan “alchimia interiore”), sia con l’ingestione di erbe o altre sostanze chimiche (waidan “alchimia esterna”). E’ probabile che entrambi i metodi erano praticati insieme. Gli Alchimisti praticavano delle tecniche respiratorie per raffinare il Qi, e tentavano anche di trasformare il corpo con erbe ed elisir.

        L’erbologia cinese, la dietetica, e la cucina, devono molto agli alchimisti. Wei descrisse una teoria alchemica che divenne una pietra miliare della filosofia del Qigong: “Cose di natura simile (tong lei) causano dei cambiamenti l’una con l’altra. Questo non succede se c’è la similarità.” Sfortunatamente molti dei suoi testi sono scritti in uno stile oscuro, pieno di metafore e simbolismo criptico, forse destinati a proteggere le informazioni dai non iniziati ed a stimolare la memoria degli studenti che avevano già imparato questi metodi. Tuttavia, l’idea di Wei, in cui il simile influenza il simile – o come qualcun altro preferisce definirla: la teoria della corrispondenza e affinità – influenzò lo sviluppo delle pratiche del Qigong moderno. Per esempio, Wei associò l’est e l’alba con l’elemento del legno.

        Gli studenti di Qigong si alzano presto e si rivolgono ad est per curare il fegato, l’elemento legno interno del corpo. Wei credeva che una mente calma, un’attitudine pacifica, ed una pratica costante, rendono il Qi capace di scorrere attraverso l’intero corpo, creando l’elisir d’oro della salute e della longevità. Nel secondo secolo d.C., il grande medico HuaTuo espresse la stessa saggezza quando ricordò ad un suo studente: “Il cardine della porta si arrugginisce se non si usa.”

        L’opera di Wei Bo-yang fu seguita da numerose enciclopedie del Qigong e della coltivazione taoista, tra cui emergono: il “Bao Pu Zi” (“Il Maestro Che Abbraccia la Semplicità”) (320 d.C.) di Ge Hong, un compilatore di tecniche, principalmente, di longevità ed alchimia della Cina meridionale; “Yang Xing Yan Ming Lu” (“Registrazione della coltivazione della natura e del prolungamento della vita”) di Tao Hong-jing (456 – 536 d.C.), contiene capitoli sul Daoyin, sulla dietetica e sul Qigong sessuale; il “Qian Jin Yao Fang” (“Preziose formule mediche”) di Sun Si Miao (581 – 682 d.C.), è un classico di medicina Cinese.

        Il “Canone taoista”, una collezione letteraria di 1120 volumi, contiene virtualmente tutti i testi antichi associati con il Qigong, incluso uno, specificatamente dedicato al soggetto: il “Classico del daoyin”. Il testo fu probabilmente compilato intorno al 1145 d.C., quando fu menzionato per la prima volta in un riferimento bibliografico. Gli esercizi in esso, tuttavia, risalgono alla fine del sesto secolo. I metodi descritti coincidono notevolmente con esercizi e meditazioni di Qigong tuttora insegnati in Cina. Anche lo scopo del Qigong è rimasto lo stesso.

        Secondo il “Classico del Daoyin”, l’adepto impara ad “espellere le malattie, estendere i suoi anni e prolungarsi la vita”. Anche il “Canone Taoista” contiene migliaia di visualizzazioni terapeutiche e mistiche. Il testo del “Classico del Daoyin” è contenuto anche nell’opera dell’undicesimo secolo, intitolata: “Yun Ji QI Qian” (“Il sacchetto di nuvole in sette tavole”), che comprende anche importanti commentari sulle grandi opere della meditazione taoista.

        La produzione letteraria riguardante il Qigong prosegue, fino ad arrivare ad un’opera relativamente recente, intitolata: “Neigong tu shuo” (“Spiegazione illustrata del Neigong”, dove Neigong = Qigong), scritta da Wang Zu-yuan nel 1881, che include i primi diagrammi e dettagli della pratica degli stili contemporanei più popolari. L’Immaginario Terapeutico, il nuovo, le più recenti avanscoperte della medicina occidentale, hanno una lunga e venerabile storia in Cina.

        Va oltre lo scopo di quest’opera il coprire tutti gli eventi della storia del Qigong, poiché ci sono migliaia di stili creati da individui, famiglie o monasteri, trasmessi solo in particolari sette religiose e famiglie, o gruppi di adepti. Questi stili segreti non furono mai trascritti, e molti scomparvero come risultato di un’irrazionale paura che le tecniche del Qigong marziale fossero usate dai propri nemici, o perché nessuno era ritenuto degno di ricevere i preziosi insegnamenti del Maestro.

        Molti praticanti di Qigong morirono in Cina durante la Rivolta dei Boxer (1898-1900). I Boxer credevano falsamente che Qigong e rituali sciamanici potessero rendere i praticanti invulnerabili ai proiettili degli invasori.

Storia Recente del Qigong

      Fino ad abbastanza recentemente, la Repubblica Popolare Cinese ha avuto un’attitudine ambigua nei confronti del proprio tesoro culturale. Il Qigong era considerato un elemento della primitiva società feudale, e il Taoismo era bandito come: individualista, eccentrico, e “controrivoluzionario”. Il Qigong fu anche connesso con la parapsicologia, e oggetto di ampie ricerche nei paesi occidentali, ma in Cina fu percepito come evidenza del “declino della società capitalista”.

        Attraverso tutta la storia cinese, molti praticanti di Qigong hanno rivendicato delle abilità soprannaturali, usando magia e trucchi per dimostrare tecniche come il muovere gli oggetti senza toccarli, colpire il corpo senza ferirsi,…. Questi pseudo – artisti, diminuiscono la credibilità verso il Qigong e creano l’impressione che il Qigong sia un mezzo per ottenere poteri soprannaturali, piuttosto che una branca della medicina cinese molto antica. Per circa venti anni, dopo la fondazione della Rep. Pop. Cinese, il Qigong fu attivamente praticato e studiato. Nuovi metodi furono analizzati, e vecchi metodi tradizionali vennero sistematizzati e standardizzati, così da poter essere applicati facilmente su un’ampia scala.

        Nel 1955, fu fondato un “Qigong sanatorium” nella città di Tangshan, nella provincia dello Hebei. Un anno dopo, due centri di pratica furono stabiliti sempre nello Hebei. Un altro “Qigong sanatorium” fu fondato a Shanghai nel 1957. Nell’ottobre 1959, il Ministero della Sanità Cinese sponsorizzò ufficialmente una conferenza nazionale di Qigong a Beidaihe, (prov. Hebei), invitando rappresentanti di diciassette provincie a partecipare.

        Nel 1966 questa apertura del governo fu improvvisamente interrotta. Con la Rivoluzione Culturale (1966-1976) il Qigong fu ufficialmente proibito, e se ne scoraggiò fortemente l’interesse. Quando la rivoluzione finì, il Qigong fu nuovamente accettato come valido campo di ricerca, soprattutto con l’influenza di una delle più grandi figure della scienza cinese, il Dr. Qian Xuesen, “il padre della tecnologia spaziale cinese.”

        Qian aveva studiato negli Stati Uniti, al ‘Massachusetts Institute of tecnology’ negli anni ’30, fino ad ottenere un dottorato di ricerca, dopo di che tornò in Cina, dopo la guerra di Corea. Qian, nel 1980 cominciò a spingere per l’utilizzazione della scienza e della tecnologia nella ricerca sul Qigong, sulla medicina cinese e sul potenziale umano. Nel dic. 1985 il governo dette l’approvazione alla formazione di una “Associazione Cinese della Scienza del Qigong.” Nel Symposium del feb. 1986, sponsorizzato dalla associazione, Qian dichiarò:”Molti fatti dimostrano che un intensivo studio scientifico sul Qigong, porterà al completo sviluppo delle abilità mentali e fisiche dell’uomo.” Nella sua conferenza, sottolineò che era convinto che il Qigong influenzasse anche l’intelligenza. Ricevette una lettera da un insegnante di scuola che affermava che i suoi studenti avevano migliorato i loro rendimenti praticando il Qigong.

        Dato il clima politico più aperto, studi scientifici furono condotti nelle maggiori università ed unità ospedaliere della Cina. Un crescente numero di prove mostrò che il Qigong poteva davvero essere efficace nella cura delle malattie.

        Nel 1987, il Dr. Qian fu nominato a capo della Associazione della Scienza e della Tecnologia Cinese; organizzazione che dirige e coordina la ricerca scientifica in Cina. Durante il suo primo anno in quella posizione, lui dette una ben nota dichiarazione sul Qigong nel giornale cinese “Liao Wong” (settimanale di panorami): “Il Qigong cinese è la moderna scienza e tecnologia – alta tecnologia – assolutamente all’avanguardia.” Lo stesso anno, il Dipartimento governativo Cinese per l’Educazione diresse l’introduzione di corsi di pratica sul Qigong nelle università.

        Fortunatamente, nonostante le vicissitudini della storia cinese, i grandi, classici stili di Qigong sono resistiti e perdurano. C’è sempre stata troppa gente che praticava Qigong con o senza l’approvazione del governo, perché potesse scomparire. Nel 1987 il Qigong era praticato almeno da venti milioni di Cinesi. Nel 1992, Yu Gongbao, dell’Accademia di Arti Marziali (Wushu) Cinesi, fece una stima secondo la quale c’erano tra settanta e ottanta milioni di praticanti in Cina; adesso sono sicuramente molto più del doppio.

        Il Qigong ha anche ottenuto il riconoscimento internazionale. Dalla fine degli anni ’80, la Cina ha ospitato molte conferenze internazionali per lo scambio di informazioni sulla scienza del Qigong. Altre sono state tenute in America settentrionale, nell’università di California (Berkeley) nel 1990 e a Vancouver, nella British Columbia university nel 1995, per non parlare delle opportunità di scambio di esperienze e di confronto che si hanno sempre più comunemente anche in tutt’Europa. Negli ultimi anni sono stati pubblicati migliaia di articoli su alcuni aspetti della scienza del Qigong, di cui tanti ormai anche in Italia, oltre alle innumerevoli riviste popolari improntate sullo studio del Qigong, ed ai numerosi libri editi in tutto il mondo.

        Ora si sono sviluppate infinite tecniche e scuole di Qigong in tutto il mondo. La maggior parte mantiene uno stretto legame con le origini, specializzandosi però in aspetti talvolta parziali o particolari del mondo del Qigong. Alcune hanno anche una connotazione religiosa, anche se il Qigong in sé per sé, non ha alcun rapporto con la religione.

Influenze Esterne

        Le tecniche e le scuole di Qigong si sono sviluppate anche in risposta alle influenze dallo Yoga indiano e dal Buddhismo tibetano.

        Per quanto riguarda le influenze dello yoga indiano, la somiglianza tra lo yoga indiano ed il Qigong cinese è notevole, e  non è una mera coincidenza. Lo Yoga è probabilmente anche più antico del Qigong, e può aver influenzato il suo sviluppo.Si possono vedere statue di yogi seduti nella posizione del loto risalenti fino alla civiltà di Mohenjo-Daro, dal venticinquesimo al ventesimo secolo a.C. Alcune tecniche furono sicuramente introdotte in Cina dai primi pellegrini e monaci buddisti già nel primo secolo d.C. Nel sesto secolo la filosofia Sankhya, la base filosofica Hindu dello Yoga, fu tradotta in cinese. Molti Cinesi riconobbero l’India come centro della cultura.

        Le informazioni viaggiarono in entrambe le direzioni. J. Needham esplorò la storia di questo scambio nel quinto vol. della sua opera (Science and Civilization in China): “In un solo anno, il 692 d.C., missioni da cinque stati indiani … portarono tributi nella capitale cinese.” Trent’anni più tardi, il re dello stato indiano di Kanci “costruì un tempio dedicato alla Cina, e chiese all’imperatore un’iscrizione che gli desse un nome.”

        Nel 644 d.C., come i cinesi stavano traducendo i testi dello yoga in cinese, il re di Kamarupa ordinò che il classico della filosofia taoista “Dao De Jing” (Classico della Via e della Virtù), fosse tradotto in sanscrito. La susseguente controversia riguardante la traduzione dei termini tecnici cinesi in accurati termini equivalenti in sanscrito, rivela l’alto livello di interesse dell’India nella cultura cinese. Questo era anche un periodo importante per lo sviluppo e per la diffusione dello Hatha Yoga. Noi presumiamo che allo stesso tempo in cui lo Yoga fu introdotto in Cina, gli yogi indiani stavano anche portando tecniche taoiste di meditazione e di Qigong in India.

        Le antiche storie degli eremiti taoisti e degli yogi indiani, sono incredibilmente simili. Gli adepti spirituali di entrambe le tradizioni praticavano la meditazione nelle grotte montane e negli eremitaggi lungo i fiumi. Nella letteratura Tamil, dell’India meridionale, dal nono al tredicesimo secolo, si legge di diciotto alchimisti maghi (sittar), due dei quali vennero dalla Cina.        

        Lo scambio tra lo Yoga indiano e il Qigong cinese continua tutt’ora. Zhang He, un importante scrittore cinese di testi sul Qigong, ha anche scritto un testo sullo Yoga. Un suo insegnante, Dr. Henry K.S. Wong, fu un primo sponsor del Maharishi Mahesh Yogi e di Swami Satchidananda, prima del loro arrivo in occidente. Il Dr. Wong insegnò yoga a Hong Kong per quasi venticinque anni e sviluppò una particolare integrazione del Pranayama indiano e degli esercizi di respirazione di Qigong.

        Il Buddhismo Tibetano, conosciuto in cinese come “Mi Zong” (lett. Scuola Esoterica), nell’ottavo secolo d.C., giunse in Cina, dove aveva il suo centro intorno alla capitale Changan. Secondo lo studioso buddhista Kenneth Ch’en, la scuola si estinse rapidamente dopo l’anno 774. Tuttavia il Qigong tibetano buddhista (Mizong Qigong) rimase. Secondo uno studioso, ricercatore della Harvard University, presso il Centro di ricerca per l’Asia orientale, Holmes Welch: “Durante il periodo repubblicano (1911 – 1948), i lama tibetani avevano una comunità religiosa in Cina, almeno quanto l’avevano in Europa… i laici ricchi divennero loro discepoli per avere istruzioni da essi sulle esercitazioni sui poteri paranormali.” Welch dette una dimostrazione del Qigong tibetano in Hong Kong, durante la quale un anziano maestro di ottanta anni, provò senza successo ad usare il Qi per spingere le persone, senza toccarle. Un conoscente di Mr Welch, un precedente impiegato dell’ufficio del New York Times, di Shanghai, affermò che un suo insegnante, Yeh Wanzhi, discepolo di un lama tibetano, poteva curare con l’imposizione delle mani, e che gli era stata insegnata la tecnica del “jin gang pi” (“pelle come diamante”). Entrambe le abilità sono ben conosciute nel tradizionale Qigong cinese.

        Nella traduzione dello studioso buddhista Garma C.C. Chang di alcuni testi tibetani trasmessi da un guru ad un lama molto noto durante il periodo repubblicano, ci sono riferimenti a tecniche simili al Qigong: espirazione di tossine e blocchi spirituali, metodi per la circolazione del respiro, “assorbimento del prana (= Qi) dei cinque elementi, in cinque differenti colori…”, uso di movimenti degli animali, come la tigre, la tartaruga, o il leone, per raccogliere o diffondere l’energia interna. Queste tecniche erano probabilmente molto popolari nelle regioni di confine tra il Tibet e la Cina. Nella provincia cinese dello Yunnan, alcune tecniche di Qigong, provenienti dall’arte marziale tibetana del “Ruggito del leone” (Senge Ngawa), si sono mescolate con quelle del “Pugilato della Gru bianca” per produrre unici metodi Sino-Tibetani di combattimento e coltivazione del Qi. Considerando le relazioni post-comuniste tra Cina e Tibet, c’è da dubitare seriamente se questi scambi amichevoli fossero comuni dopo il 1949. Tuttavia, molti attuali maestri di Qigong reclamano un lignaggio di Mizong Qigong, ed includono canti o mantra in tibetano o sanscrito nella loro pratica, più comunemente “Om Ah Hung” o “Om Mani Padme Hung”, invocazioni alla personificazione buddhista della Compassione.

Origini del nome Qigong

   Il Qigong è stato conosciuto con molti nomi diversi attraverso la storia cinese. In tempi antichi era chiamato “Tu gu na xin” (lett. Espellere il vecchio, assorbire il nuovo), “Xing qi” (lett. Muovere il Qi), “Yang sheng” (lett. Nutrire le forze vitali), “Nei gong” (lett. Lavoro interiore). Ma la denominazione più comune anche in passato era “Dao yin” (lett. Guidare e condurre), che era una contrazione di un’espressione più lunga e complessa: “Dao qi ling he, yin ti ling rou” che letteralmente significa “Guidare il Qi porta all’armonia, condurre il corpo porta alla flessibilità”.

        La spiegazione di questa espressione è che attraverso il riequilibrio della respirazione puoi fare in modo che il Qi degli organi, dei visceri e di tutti i meridiani sia in armonia; attraverso il movimento degli arti, puoi rendere tutto il corpo più flessibile, agile e armonioso. Questo nome si riferisce ai componenti principali dell’auto – terapia: respirazione ed esercizi fisici.

        Il termine Qigong è in realtà molto recente. Fu menzionato per la prima volta in un testo attribuito al maestro taoista Xu Sun (morto nel 374 d.C.), ma più probabilmente databile durante la din. Ming (1368 – 1644). La parola Qigong, non fu comunque usata nell’accezione corrente specializzata di “Arte della coltivazione del Qi”, fino al ventesimo secolo.

        Secondo l’autrice e studiosa taoista C. Despeux, la parola Qigong apparve nei titoli di due opere pubblicate nel 1915 e 1929, dove “designa la forza proveniente dal lavoro con il Qi e le applicazioni marziali (della stessa forza). L’uso terapeutico di questo termine porta la data del 1936, quando un certo Dong Hao pubblicò a Hanzhou un’opera intitolata “Terapia speciale per la tubercolosi: Qigong”. Da quel momento “qigong” è stato ampiamente usato in questa accezione medica, rappresentando tutte le discipline auto–terapeutiche composte da esercizi e meditazione, dai tempi antichi fino ad oggi.

Etimologia e significato di Qigong

        Il nome ormai comunemente usato per designare tutte le tecniche di pratica interiore del sistema corpo – respiro – mente è “Qigong”, composto dai due ideogrammi: “Qi” e “Gong”.

        Il primo indeogramma, Qi, ha un’etimologia complessa, poiché è utilizzato da migliaia di  anni con un significato che si è evoluto e modificato nel corso della storia. Era già presente sulle ossa oracolari risalenti ad almeno settecento anni prima di Cristo. Anticamente il carattere era composto dalla sola parte superiore ed esterna, raffigurando solo del vapore che dalla terra sale verso il cielo. In un secondo momento, vi è stato aggiunto il radicale “mi“, indicante il chicco di riso, quindi, quella parte materiale che cuocendo rilascia il vapore, tendendo a rimanere in basso. In sintesi, abbiamo la convergenza dei due elementi fondamentali: l’elemento celeste, yang e quello terrestre, yin. Vi era poi, un altro ideogramma, connesso con lo stesso concetto, formato dal radicale indicante il fuoco, unito ad un carattere con un significato di astrazione, un quid non quantificabile, non visibile, formato da un uomo che lotta contro un ostacolo (quest’ultimo carattere da solo ora significa “no”, è una negazione. Entrambi i caratteri danno bene il senso di un certo stato di materia-energia non quantificabile, non visibile, che trasmette informazioni ed è in continuo movimento.

        Il secondo ideogramma, Gong, è composto anch’esso da due elementi: quello di sinistra, che gli dà la pronuncia, indica “lavoro”, quello di destra, invece, significa “forza / potenza”. Per questo il reale significato dell’intero carattere è un “lavoro meritorio”, fatto con impegno e costanza.

        Il nome Qigong, è quindi un termine molto significativo, ma, indicando delle tecniche di pratica, anche di molto più ampio significato. Indica infatti tutto quello che può essere fatto per operare sul Qi: dal lavoro fisico sul corpo, muscoli, giunture, organi interni, … alla regolazione del respiro, della mente e del cuore; dal lavoro fatto su se stessi, interiormente, a quello fatto in relazione al mondo esterno e agli individui intorno a noi. Per questo in Cina si parla di Qigong, anche quando ci si rivolge a tecniche di cura che qui chiamiamo massaggi, shiastsu, riflessologia, pranoterapia, …

Energia vitale nel mondo

        L’energia vitale invisibile è un concetto universale, comunemente associato a: respiro, caldo, aria, e luce solare. Evidenza di una filosofia comune e duratura può essere trovata presso tutte le culture antiche.

        Dio respira / soffia il “respiro di vita” (ruach) nella terra per creare il primo essere umano. Il nome ebraico “Adamo” è derivato dalla stessa radice di “Adama” (= Terra). Il “Respiro di Dio” (Ruach Ha Kodesh in ebraico, Spiritus Sancti in latino) è sinonimo di “Potenza dello Spirito”.

        Un’idea simile è espressa nella scrittura sacra dell’Islam, il Corano. La parola nafas, significante “Il respiro di Allah”, e ruh, significante “L’anima di Allah”, sono usate per indicare il respiro e l’anima dell’essere umano, confermando il fatto che noi veniamo in origine da Allah, di Allah, per Allah, e alla fine torneremo ad Allah. Uno studioso musulmano afferma che “respiro” non è lo stesso che “aria” o “ossigeno”. E’ piuttosto un’energia divina che regola le emozioni umane e l’equilibrio del corpo. “Entrambi la quantità e la qualità del respiro hanno un definito e diretto effetto sulla salute umana.”

In Grecia, il respiro vitale è chiamato pneuma, una parola usata per la prima volta da Anassimene (ca. 545 a.C.). Anassimene ha affermato che la vita comincia con il respiro. Tutte le cose vengono da esso e si dissolvono in esso con la morte. L’anima è Respiro, ed è il controllo del respiro stesso che “mantiene insieme” (previene la disintegrazione o dalla decomposizione) gli esseri umani. Come l’aria o il vento esso circonda e conserva il mondo. I professori G.S. Kirk e J. E. Raven, dell’università di Cambridge, nella loro opera “The Presocratic Philosophers” classificano una sezione di scritti di Anassimene “Il confronto tra l’Aria Cosmica e il Respiro – Anima”, idee che sono incredibilmente corrispondenti alle parole cinesi Yuan Qi, “Qi Cosmico o Originale”, e Hun, “Respiro – anima”.

Il respiro vitale crea un’unità tra il microcosmo ed il macrocosmo. Nella traduzione di Kirk e Raven, “Il principio vitale e la forza dell’uomo, sono, tradizionalmente, il pneuma o respiro – anima; ( il neuma nel mondo esterno è visto come vento) perciò il principio vitale del mondo esterno è il neuma; (quindi vento, respiro, o aria è la vita e la sostanza di tutte le cose).”

Ippocrate (460 – 377 a.C.), considerato il fondatore della scienza medica, credeva che la forza vitale, come il Qi, dovesse scorrere. Quando chymos, i fluidi del corpo – principalmente sangue, bile e flemma – sono in armonia, si ha la salute. Ne “La natura dell’uomo”, lui scrive “Un uomo si gode la perfetta salute, quando questi elementi sono adeguatamente proporzionati l’un con l’altro, in potenza, massa e modo di comporsi, così che essi sono mescolati insieme nel modo migliore possibile.Si sente dolore quando uno di questi elementi è mancante o in eccesso…” Quando un componente della salute è isolato o disarmonico con gli altri, in eccesso in alcuni punti e assente in altri, il risultato è dolore e malattia.

Secondo Ippocrate, l’equilibrio è lo stato naturale. Il ruolo del medico è “non quello di manipolare il paziente come uno potrebbe fare con qualcosa di inanimato, ma rimuovere, sia da dentro sia da fuori, nel corpo del paziente, le ostruzioni per il recupero della salute.”

Presso i Kung San, una popolazione indigena del Deserto del Kalahari in Africa, l’energia vitale è num. Il num è contenuto nel basso addome e alla base della colonna vertebrale, e può essere fatto “bollire” attraverso una danza estatica.

Richard Ketz, un anziano guaritore di quella popolazione africana, spiega: “Il num entra in ogni parte del corpo, fino alla punta dei piedi e ai tuoi capelli”. Il num fa formicolare la tua colonna vertebrale, e rende la mente vuota, senza pensieri. Il guaritore “vede la persona nel modo giusto, proprio come è”. A questo punto, nella danza, i guaritori possono proiettare il num che guarisce, o tirare fuori la malattia da coloro che sono malati. Gli sciamani, i num kausi, i “maestri, o possessori di num”, possono anche aiutare un allievo ad entrare nello stato di coscienza trascendente, (kia) “tirando” una freccia di num nel corpo dello studente, spesso schioccando le dita. (Alcuni Guaritori Nativi Americani proiettano l’energia in un modo simile, battendo le mani insieme.)

Come i medici moderni, i Kung credono che la gente si porti le malattie dentro il corpo. Quando una malattia esplode all’esterno, può talvolta essere curata accumulando il num, per aumentare la riserva interna di potenza guaritrice. I Kung sono anche preparati ad usare i moderni antibiotici. Nessun trattamento è efficace al cento per cento. Loro dicono: “Forse il nostro num e le medicine degli Europei, sono simili, perché talvolta le persone che prendono le medicine muoiono, e talvolta vivono. E’ lo stesso con il nostro num.”

Cinquanta o sessanta mila anni fa, molto prima che i Cinesi parlassero del qi, gli Aborigeni Australiani coltivavano l’energia vitale, come chiave del potere di guarigione e spirituale. Secondo un “medicine man” dell’antica tribù Yuin, “Le persone che possedevano questa energia potevano comunicare telepaticamente, attraverso grandi distanze. Loro rappresentavano la linea telefonica aborigena.” In un classico della spiritualità aborigena, “Voices of the First Day” (“Voci del Primo Giorno”), l’autore, R. Lawlor nota che, come i Cinesi, gli Aborigeni si concentravano su un centro energetico qualche centimetro sotto l’ombelico, “dove era avvolto il cordone del Grande Serpente dell’Arcobaleno (= Kundalini). Attraverso lo stesso centro, gli Aborigeni prelevavano il calore del corpo dai ‘fuochi dell’arcobaleno’ che li aiutavano ad affrontare il freddo.”

Gli Aborigeni, come le altre tribù indigene, credono che oggi le persone hanno meno di questa energia vitale del passato. Poiché l’energia vitale è l’origine comune ed il legame tra la persona e la natura, la sua perdita è parallela alla perdita di connessioni tra gli esseri umani e delle loro relazioni con l’esterno: piante, animali, acqua, cielo, terra e tutte le altre creazioni. Quindi, riportare l’energia vitale alla sua originaria condizione di pienezza potrebbe essere la chiave per recuperare potenziali perduti e comprendere che “Il Regno del Paradiso è in noi stessi.”

Le tribù degli Indiani d’America, riconoscono anch’esse l’esistenza di un’energia curatrice. I Navajo affermano che i Venti (nilch’i) dettero la vita agli esseri umani e a tutta la Natura. Così, un insegnante del ‘Navajo Community College’, parla del “Sacro Vento” nella sua opera “Holy Wind in Navajo philosophy” (Il Vento Sacro nella filosofia dei Navajo).

Come i venti scorrono attraverso l’essere umano, lasciano il segno come linee sulle dita di piedi e mani. I venti sono anche poteri segreti, origine di guide guaritrici. Sono considerati messaggeri degli dei o dei sacri spiriti. Quando gli Indiani d’America pregano rivolti ai venti delle quattro direzioni, loro diventano intuitivamente coscienti delle soluzioni per i problemi della vita. Secondo un anziano Navajo, se non si seguono i consigli dei venti, se uno rifiuta di seguire le loro istruzioni, “Il Nostro Sacro Uno toglie il Vento che era dentro di sé. Ferma il suo cuore.”

In una tradizione di guarigione indigena della regione Puget Sound dello stato di Washington, chiamata Si Si Wiss (lett. Sacro Respiro), i guaritori proiettano il potere al paziente attraverso danze, canti e imposizione delle mani. Alcuni canti Si Si Wiss includono specifici metodi di respirazione, per cacciare le malattie o per invitare gli Spiriti aiutanti e guaritori.

Nel linguaggio dei Lakota (Siux), la parola per ‘anima’, waniya, è derivata dalla parola ni, che indica il respiro. Nel 1896, il sacerdote Lakota, ‘Long knife’, disse: “Il ni di un uomo è la sua vita. E’ lo stesso che il suo respiro, gli dà la sua forza. Tiene pulito tutto ciò che è dentro il corpo dell’uomo. Se è debole, non può pulire l’interno del corpo; se lo lascia, l’uomo è morto…” Il rito di guarigione Lakota, del ‘bagno di sudore’, si chiama ‘inipi’ perché purifica il ‘ni’: “L’Inipi fa sì che il proprio ni spinga fuori tutto ciò che rende stanchi, tutto ciò che causa malattie, o che causa pensieri erronei…”

Nelle Hawaii, i più potenti guaritori sono conosciuti come ‘Kahuna Ha’ che significa ‘Maestri del respiro’. Il Sacro respiro che guarisce, ‘Ha’, può essere assorbito in luoghi naturali molto potenti, ‘Heiau’, attraverso danze, (come la ‘Hula’), ed esercizi di respirazione profonda. Alcuni Kahula imparano come conservare energia guaritrice nel cuore. Poi, quando l’energia è proiettata attraverso l’imposizione delle mani, il Ha è colorato dall’amore e dai pensieri positivi del guaritore. Nelle mediazioni e consultazioni tradizionali delle Hawaii, tutte le parti del conflitto, prima di tutto, calmano le loro menti con respirazioni profonde. Questo li aiuta ad essere meno reattivi e a trovare le soluzioni migliori. Il Ha, può anche essere trasferito da un guaritore ad un paziente, soffiando direttamente sul suo corpo. Quando un Kahuna Ha è prossimo alla morte, lui, o lei, può trasferire il lignaggio ed il potere, soffiando fuori l’Ha ad uno studente o ad un membro della famiglia. La parola Hawaiana ‘Aloha’, spesso usata come saluto rispettoso e sentito, significa anche ‘amore’. Amore è “incontro a faccia a faccia” (alo) del respiro di vita (ha).

Ovviamente il paragone più vicino al qi, si può trovare nei paesi asiatici, in particolare in India. In India, l’energia vitale, prana, è descritta come fluire attraverso migliaia di sottili canali energetici, i nadi.

Uno degli scopi dello Yoga è di accumulare più prana attraverso esercizi di controllo del respiro (pranayama) e posizioni fisiche (asana).Allo studente viene anche insegnato come conservare il prana, come non sprecare sia quello innato, genetico, che quello acquisito attraverso la meditazione. Alcuni yogi credono che a noi sia stato dato un certo numero di respirazioni dalla nascita. Se noi impariamo a respirare più lentamente, viviamo di più.

Ci sono notevoli paralleli tra lo yoga e la teoria cinese dello yin-yang, la filosofia per cui la salute è l’equilibrio dei due opposti complementari: fuoco e acqua, mente e corpo, io e natura. Lo Hatha Yoga bilancia le due correnti dell’energia vitale: il solare (ha) ed il lunare (tha).

Invertendo il corso dei due respiri pranici, uno connesso con il fuoco, uno con l’acqua, ci si assicura la longevità. Il fuoco è fatto discendere, l’acqua salire, così da unificare la mente (fuoco) e il corpo (acqua), prevenendo la dispersione dell’energia vitale.

Applicazioni Mediche del Qigong

Dott. M. Sancier

Kenneth M. Sancier e copresidente e direttore di ricerca al Qigong Institute, East West Academy of Healing, San Francisco, California.

Questo articolo passa in rassegna studi selezionati sulle applicazioni mediche del qigong cinese. L’analisi e incentrata su studi clinici e sperimentali che dimostrano che la pratica del qigong puo influenzare positivamente molte funzioni del corpo e incrementare lo stato di benessere. Gli studi, alcuni dei quali condotti in profondita, sono stati scelti per dimostrare che le applicazioni mediche del qigong sono molteplici e che molte potrebbero migliorare la cura della salute nel mondo occidentale.

La Medicina Tradizionale Cinese (MTC) e un metodo olistico per migliorare lo stato di salute e per la guarigione che comprende numerose terapie, come l’agopuntura e la moxibustione, le erbe medicinali, il massaggio mediante digitopressione, la nutrizione e il qigong (pronuncia cigong). Queste terapie sono spesso usate in associazione. La teoria sottostante della MCT e basata sull’equilibrio del qi, l’energia vitale del corpo, fondata sulla teoria del yin-yang e dei cinque elementi, che sono stati utilizzati da oltre tremila anni. In pratica, il flusso del qi e regolato, e il blocco del flusso viene eliminato. I blocchi o l’eccesso o la carenza energetica del qi puo derivare da una malattia, da una lesione o dallo stress.

Il qigong ha una storia di migliaia di anni, e nell’ambito delle terapie della MTC e particolare, in quanto tutti possono apprenderla e praticarla. Tuttavia, e preferibile studiare il qigong con un maestro esperto per evitare effetti collaterali. Si stima che in Cina circa 60 milioni di persone praticano il qigong ogni giorno, soprattutto per mantenere lo stato di salute e vivere a lungo.

Il termine qigong e l’unione di due concetti: qi indica l’energia vitale del corpo e gong e la capacita di lavorare con il qi. Il qigong medico per la salute e la guarigione consiste soprattutto nella meditazione, nei movimenti fisici e negli esercizi di respirazione. Coloro che praticano il qigong sviluppano una consapevolezza delle sensazioni energetiche nel corpo e usano la loro mente, o intenzione, per guidare il qi. Sembra che i benefici del qigong vadano oltre la salute e la guarigione per incrementare la vita spirituale e anche specifiche abilita, come le forze fisiche. Il qigong e utilizzato anche nelle arti marziali per sviluppare forze fisiche e mentali per l’autodifesa e la guarigione.

Il qigong medico si divide in due parti. Interno ed esterno. Il qi interno si sviluppa con la pratica individuale degli esercizi qigong. Quando coloro che praticano il qigong diventano sufficientemente abili, possono usare il qi esterno (in cinese waiqi) per “trasmettere” il qi allo scopo di guarire altre persone. Questa terapia ha un’applicazione limitata su larga scala, in quanto sono pochi i maestri esperti in qigong. Questo articolo si focalizza sul qi interno, poiche quasi tutti posso imparare gli esercizi qigong per mantenere lo stato di salute e promuovere l’autoguarigione.

Agli inizi degli anni Ottanta, in Cina, gli scienziati hanno iniziato a studiare i numerosi benefici terapeutici rivendicati dal qigong. Da allora, nella letteratura medica cinese sono state riportate ricerche su centinaia di applicazioni mediche del qigong. Un gran numero di materiale e stato pubblicato anche in inglese a seguito dell’incremento di convegni internazionali. Dal 1986, sono stati pubblicati 837 abstract, oltre la meta in inglese. Gli abstract in inglese sono stati inseriti in un database per rendere possibile le ricerche usando alcune parole chiave e per ampliare le bibliografie.

ESEMPI DI APPLICAZIONI MEDICHE DEL QIGONG

Sono stati presi in esame alcuni esempi di applicazioni mediche del qigong e del qi emesso su esseri umani, animali e piante. L’evidenza clinica e sperimentale mostra che la pratica del qigong e il qi esterno influenzano varie funzioni e organi del corpo. Alcune tra le funzioni e gli organi influenzati dal qigong, e le relative tecniche di misurazione, comprendono il cervello (elettroencefalogramma [EEG] e magnetometria), il flusso sanguigno (termografia, sfigmografia e roentencefalografia), funzioni cardiache (pressione del sangue, elettrocardiogramma e cardiogramma ultrasonico), reni (tasso di albumina nelle urine), biofisica (attivita enzimatica, funzione immunitaria, livelli di ormoni sessuali), capacita visiva e dimensione del tumore nei topi.

Nel seguito, saranno esaminati alcuni studi di ricerca sperimentali e clinici per illustrare l’opportunita della ricerca sulle applicazioni mediche del qigong. Sono stati selezionati studi che contengono informazioni scientifiche relative a condizioni mediche

Equilibrio terapeutico dei meridiani e funzioni del corpo

Gli effetti della pratica del qigong sul riequilibrio terapeutico del sistema dei meridiani e sulle funzioni del corpo possono essere monitorati con l’elettroagopuntura di Voll (EAV). Nella EAV la conduttanza elettrica della pelle sui punti individuali dell’agopuntura viene misurata usando basso voltaggio e bassa corrente. La diagnosi dipende dalla conduttanza elettrica relativa e dalla sua dipendenza dal tempo. Un importante criterio diagnostico della degenerazione di un organo e una “caduta dell’indicatore” che puo avvenire durante la misurazione, quando la conduttanza raggiunge un apparente valore massimo ma poi decresce prima di stabilizzarsi.

Le misurazioni sono state effettuate dallo stesso operatore e con gli stessi strumenti su 24 punti di agopuntura alla fine dei meridiani delle dita di mani e piedi dei soggetti. Ai soggetti e stato chiesto di svolgere un esercizio di qigong a loro scelta, per esempio meditazione da seduti o in piedi, oppure qigong in movimento. Sono state effettuate due serie di misurazioni EAV prima e dopo che i soggetti in buono stato di salute avevano praticato il qigong. Nella prima serie quattro soggetti sono stati esaminati con EAV prima e dopo aver praticato qigong da 10 a 15 minuti. Per i quattro soggetti, la pratica qigong aveva diminuito la media dei valori EAV misurati dal 19% al 31% (P<.004, nota 2). In sostanza, il qigong aveva eliminato il calo dell’indicatore. Nella seconda serie ognuno dei sette soggetti e stato esaminato con EAV in tre tempi con protocollo in cieco, in modo che l’operatore non sapesse se un soggetto aveva praticato qigong prima del secondo o terzo esame. La pratica qigong aveva diminuito la media dei valori EAV misurati dal 17% al 35% per quattro soggetti e l’aveva aumentata dal 4% al 15% in tre soggetti. Anche in questo caso il crollo dell’indicatore era diminuito.

Questi risultati preliminari mostrano che il qigong puo produrre cambiamenti significativi nell’equilibrio terapeutico dei meridiani e dei sistemi organici, che e l’obiettivo della MCT.

Ipertensione

In Cina alcuni gruppi hanno studiato gli effetti del qigong sull’ipertensione. La ricerca sugli effetti a breve e lungo termine della pratica qigong sui pazienti con ipertensione e stata effettuata all’Institute of Hypertension di Shangai da Wang et al. La loro ricerca serve da modello circa gli effetti del qigong su molte funzioni del corpo. Per questi studi, i pazienti praticavano “Yan Jing Shen Gong” per 30 minuti due volte al giorno. Questo esercizio qigong, che si ritiene essere particolarmente valido per le finalita terapeutiche e per ritardare l’invecchiamento, consiste in una combinazione di meditazione da seduti e di lievi movimenti fisici che accrescono la calma della mente, il rilassamento del corpo e una regolare respirazione.

Attacco cardiaco e mortalita

Nel 1991 i ricercatori hanno presentato uno studio controllato di 20 anni sugli effetti antinvecchiamento del qigong su 204 pazienti con ipertensione. Recentemente, i ricercatori hanno svolto uno studio di follow-up di 30 anni su 242 pazienti con ipertensione che erano stati divisi a random in un gruppo qigong (n=122) e un gruppo di controllo (n=120). Tutti i pazienti avevano ricevuto una terapia farmacologica per controllare la pressione sanguigna, ma soltanto il gruppo sperimentale aveva praticato qigong per 30 minuti due volte al giorno. I risultati mostrano che il tasso totale di mortalita era del 25.41% nel gruppo qigong e del 40.8% nel gruppo di controllo (P<.001). l’incidenza dell’attacco cardiaco era rispettivamente del 20.5% e del 40.7% (P<,01), e il tasso di mortalita atteso a seguito dell’attacco era rispettivamente del 15.6% e del 32.5%.

I ricercatori hanno anche riportato che dopo un periodo di 20 anni la pressione sanguigna del gruppo qigong si era stabilizzata, mentre quella del gruppo di controllo era aumentata. E da notare che durante questo periodo per il gruppo qigong il dosaggio dei farmaci poteva essere diminuito e per il 30% dei pazienti avrebbe potuto essere eliminato. Al contrario, per il gruppo di controllo era stato necessario aumentare il dosaggio dei farmaci.

Funzione cardiaca e microcircolazione

I pazienti con ipertensione piu anziani hanno solitamente un deficit di energia del Cuore, che spesso provoca un indebolimento funzionale del ventricolo sinistro e un disturbo della microcircolazione. In uno studio su 120 soggetti maschi di eta compresa tra 55 e 75 anni, i ricercatori hanno valutato gli effetti del qigong utilizzando la cardiografia ultrasonica e gli indici di microcircolazione. I soggetti erano stati suddivisi in tre gruppi: 46 soggetti con ipertensione e deficit di energia del Cuore, 34 senza deficit di energia del Cuore, 40 con pressione del sangue normale. I pazienti con pressione del sangue superiore a 160/95 mmHg sono stati inseriti dopo aver regolato la pressione con farmaci antiipertensivi per 4 settimane.

I risultati hanno mostrato che i soggetti con deficit di energia del Cuore avevano sperimentato alcuni miglioramenti: incrementi in potenza cardiaca, frazione di emissione, velocita di chiusura della valvola mitralica diastolica e velocita media di diminuzione della circonferenza della fibra, mentre era diminuita la resistenza periferica totale (P<.05-.01). Non si erano verificati cambiamenti significativi nel gruppo senza carenza di energia cardiaca.

La valutazione multipla quantitativa del disturbo nella microcircolazione al margine laterale dell’unghia e stata effettuata sui tre gruppi esaminando 10 indici di condizioni anomale: configurazione del micrangium (microcapillare terminale), tensione del micrangium, condizioni del flusso sanguigno, rallentamento del flusso sanguigno, ramo afferente piu sottile, rapporto ramo efferente e afferente, colore del sangue, emorragia e petecchie. All’inizio dello studio, l’incidenza dell’ostruzione della microcircolazione era rispettivamente di 73.9%, 26.5% e 17.5% per i tre gruppi. Dopo aver praticato qigong per 1 anno, il gruppo con carenza di energia cardiaca mostrava un decremento di ostruzione della microcircolazione al margine ungueale dal 73.9% al 39.3% (P<.05). non si sono osservati cambiamenti significativi nel gruppo senza carenza di energia cardiaca. I ricercatori hanno sottolineato che la pratica del qigong deve essere scelta tenendo conto delle condizioni dei pazienti.

Livelli di ormoni sessuali

Una delle conseguenze dell’invecchiamento e che i livelli di ormoni sessuali si modificano in direzioni sfavorevoli. Per esempio, il livello dell’ormone femminile (estrogeno) tende ad aumentare negli uomini e a diminuire nelle donne. Gli studi indicano che questo trend puo essere invertito con la pratica qigong.

In uno studio sugli effetti della pratica qigong sui livelli di ormoni sessuali nel plasma in uomini e donne con ipertensione, i livelli dell’ormone sessuale e stato misurato prima e dopo la pratica del qigong per 1 anno. I 70 pazienti maschi con ipertensione essenziale (eta da 40 a 69 anni; grado di malattia II) sono stati suddivisi in due gruppi. Nel gruppo qigong (n=42) il livello di estradiolo era diminuito da 70 a 47.7 pg/mL, un decremento del 32% (P<.01), mentre non si sono riscontrati cambiamenti significativi nel gruppo di controllo (n=20). In entrambi i gruppi il livello di testosterone e diminuito del 7%. Il valore di estradiolo per il gruppo qigong (47.7 pg/mL) era vicino a quello di un uomo sano (42.2?5.8 pg/mL) della stessa eta ma senza ipertensione o malattie cardiovascolari, polmonari, renali, epatiche o endocrine (P<.05). Per le donne (eta da 51 a 67 anni; numero di soggetti non disponibile), il processo di invecchiamento era associato all’insufficienza della funzione ovarica manifestata dalla diminuzione dei livelli di estradiolo e dall’aumento dei livelli di testosterone. Il qigong ha prodotto un incremento di estradiolo dal 40.9?3.5 al 51.6?3.5 pg/mL, un valore quasi uguale a quello di una normale menopausa nei soggetti di controllo senza ipertensione o malattie cardiovascolari, polmonari, epatiche o endocrine. Anche il valore di testosterone era aumentato con il qigong da 25.5?2.3 a 37.2?2.2 ng/dL.

In uno studio aggiuntivo, sono stati misurati i livelli di estradiolo nelle urine delle 24 ore in 30 uomini di eta da 50 a 69 anni. La pratica qigong per 1 anno ha prodotto un decremento del 31% di estradiolo e del 54% nel rapporto estradiolo-testosterone. Questi cambiamenti erano accompagnati da miglioramenti di sintomi quali dolori, vertigini, insonnia, perdita di capelli, impotenza e incontinenza associati all’ipertensione da deficit del Rene (una diagnosi MTC). Con il qigong il punteggio medio di questi sintomi era passata da 5.5?2.3 a 2.8?1.3 (P<.001).

Ye e collaboratori hanno riportato cambiamenti significativi simili nei livelli plasmatici di estradiolo in 77 uomini e donne che avevano praticato qigong per 2 mesi, confrontati con 27 soggetti di controllo, per i quali non si era osservato alcun cambiamento significativo nel livello di testosterone.

Densita ossea

Con l’invecchiamento la densita ossea diminuisce, soprattutto nelle donne. Di conseguenza, le ossa diventano piu fragili e soggette e fratture. Si e riscontrato che la densita ossea era aumentata in soggetti maschi che praticavano qigong da 1 anno. In 18 soggetti di eta compresa tra 50 e 59 anni, la densita ossea era aumentata da 0.627?0.040 a 0.696?0.069 g/cm3. In 12 soggetti dai 60 ai 69 anni, la densita ossea era aumentata un po’ meno: da 0.621?0.039 a 0.672?0.083 g/cm3. Per entrambi i gruppi di eta la densita ossea aumentava di valore superando quella di un uomo normale della stessa eta, rispettivamente di 0.695?0.096 e 0.657?0.102 g/cm3.

Sembra probabile che questa terapia qigong possa anche ripristinare la densita ossea nelle donne, specialmente quelle in menopausa. In tal caso, la terapia sostitutiva ormonale e i relativi effetti collaterali potrebbero essere ridotti.

Cambiamenti chimici del sangue in pazienti con ipertensione

Ulteriori studi condotti da Xu e collaboratori sugli effetti della pratica qigong sulla composizione chimica del sangue in soggetti con ipertensione hanno dimostrato miglioramenti negli indici di coagulazione della fibrinolisina nel plasma, nella viscosita del sangue, nell’indice di deformazione degli eritrociti, nel livello plasmatico dell’attivatore plasminogeno, nell’attivatore inibitore plasminogeno, nell’antigene fattore-VIII e nell’antitrombina III. In un altro studio hanno riportato che la pratica qigong aveva modificato in modo significativo e benefico l’attivita di due nucleotidi messaggeri ciclici (monofosfato ciclico di adenosina e monofosfato ciclico di guanosina).

Cancro

Nel Qigong Database i termini cancro, carcinoma o tumore compaiono nei titoli di 62 abstract. La ricerca pionierististica di Feng ha mostrato che il qi emesso dai maestri qigong produceva cambiamenti marcati nelle colture di cellule cancerogene dei topi. In alcuni studi sono stati riportati gli effetti del qi emesso sui tumori negli animali. Per esempio, e stato riportato che il qi emesso inibisce la crescita di tumori maligni impiantati nei topi ma non distrugge i tumori. Incoraggiati dai risultati ottenuti sugli animali, i ricercatori hanno svolto studi clinici sugli effetti del qigong su soggetti umani con cancro. Per tutti questi studi clinici non sono disponibili in lingua inglese risultati dettagliati.

Sono disponibili alcuni risultati di uno studio clinico sul qigong come aiuto terapeutico per pazienti con cancro in stadio avanzato. In questo studio, pazienti con diagnosi medica di cancro maligno sono stati cosi suddivisi: un gruppo di 97 pazienti che praticavano qigong e un gruppo di controllo di 30 pazienti. Tutti i soggetti assumevano farmaci, e il gruppo di studio praticava qigong piu di 2 ore al giorno per un periodo da 3 a 6 mesi. Entrambi i gruppi avevano sperimentato miglioramenti ma il gruppo di studio mostrava miglioramenti in forza, appetito, assenza di diarrea e aumento di peso (3 kg) maggiori da quattro a nove volte rispetto al gruppo di controllo. Il tasso fagocitario, che e una misura della funzione immunitaria, era aumentato nel gruppo qigong e diminuito nel gruppo di controllo.

Senilita

Per studiare il meccanismo con cui si mantiene la forma fisica mediante il qigong e stato effettuato uno studio controllato su 100 soggetti, classificati o con eta presenile o con deficit della funzione cerebrale a causa della senilita. I soggetti sono stati suddivisi in due gruppi di 50 persone; ogni gruppo aveva un’eta media di 62.7 anni e distribuzione simile per eta e genere. Il gruppo qigong praticava una combinazione di qigong statico e in movimento. Il gruppo di controllo si esercitava con passeggiate, passeggiate veloci o corse lente. In base al metodo MTC per classificare l’energia vitale, piu dell’80% dei pazienti in ciascun gruppo era stato classificato come carente nella funzione vitale e nell’essenza vitale del Rene. I criteri per valutare l’esito erano basati sulla misurazione di segnali e sintomi clinici comprendenti: funzione cerebrale, funzione sessuale, livelli di sierolipidi e funzione delle ghiandole endocrine.

Dopo 6 mesi, 8 dei 14 segni e sintomi clinici principali erano migliorati di oltre l’80% nel gruppo qigong, mentre nel gruppo di controllo nessuno dei sintomi era migliorato oltre il 45%.

Regolazione mente-corpo

La principale funzione del qigong e regolare la mente, in particolare le funzioni del cervello e le relative reazioni corporee. Uno dei principi del qigong e che la mente guida il qi, e il qi guida il sangue. Questa affermazione alquanto misteriosa puo essere interpretata dicendo che l’intenzione (la mente) puo dirigere il qi all’interno del corpo. Questo meccanismo e probabilmente simile al ruolo della volonta nell’autoregolazione mediante bio-feedback.

Onde cerebrali

La ricerca si e focalizzata soprattutto sugli effetti del qigong sulle onde cerebrali misurate mediante elettroencefalogramma (EEG). Durante la meditazione, in piedi o da seduti, le onde cerebrali alfa prevalgono su quelle beta e si diffondono alle aree frontali del cervello.

Kawano e Wang hanno trovato differenze nell’elettroencefalogramma di religiosi buddisti Zen e nei maestri qigong. Durante quasi tutti i tipi di pratica qigong, la frequenza delle onde alfa aumentava da 0.6 a 1.0 Hz. Durante la meditazione Zen profonda, la frequenza diminuiva da -1.0 a -1.5 HZ, e a volte comparivano le onde teta. Inoltre, le onde alfa frontali e occipitali tendevano a sincronizzarsi con una fase differente che dipendeva dal tipo di meditazione. Questa differenza di fase diventava minore con la meditazione qigong (cioe la sincronizzazione era migliore) e maggiore con la meditazione Zen. Secondo Kawano e Wang, queste differenze nella funzione cerebrale fanno ipotizzare che il qigong interno sia un processo semi-inconscio che implica una certa consapevolezza e attivita, mentre la meditazione Zen e un processo neutrale che libera colui che medita da tutte le preoccupazioni. Forse a causa di questa differenza, il qigong e considerato un’arte salutare, mentre lo Zen generalmente no.

Come si e detto prima, un maestro qigong puo emettere qi per curare un paziente. L’interazione tra meastri qigong e i soggetti veniva contemporaneamente valutata mediante EEG, test poligrafici, esami biochimici del sangue e test psicologici. Gli EEG analizzati hanno mostrato che il tipo di onde cerebrali e la loro localizzazione era sincronizzata nel cervello dei maestri qigong e dei soggetti. Tale sincronismo puo essere richiesto per la cura mediante il qi emesso.

Machi ha confrontato i risultati di EEG con simultaneee misurazioni dei cambiamenti fisiologici nei maestri qigong. Ha trovato che mentre il maestro qigong emetteva il qi, le onde alfa-1 mostravano un potenziale estremamente alto nel lobo frontale destro e che aumentavano pressione sanguigna, battito cardiaco e temperatura superficiale della cute. Ha anche scoperto un’emissione infrarossa con un segnale di modulazione di 1Hz proveniente dal punto Laogong (un importante punto di agopuntura sul palmo della mano).

Flusso sanguigno verso il cervello

Mediante la roentencefalografia e stato dimostrato che la pratica qigong incrementa l’afflusso di sangue al cervello. Per 158 soggetti con arteriosclerosi cerebrale che avevano praticato qigong da 1 a 6 mesi, si sono rilevati miglioramenti in sintomi quali memoria, capogiri, insonnia, ronzio auricolare,

Rapidi e ampi cambiamenti di altitudine

Sono stati effettuati studi per determinare se la pratica qigong possa proteggere i piloti dallo stress di altitudine quando passano rapidamente dalle basse altitudini alle zone montane del Tibet.

Funzione cardiaca. Prima di arrivare alle zone di montagna tibetane, 66 giovani uomini erano stati divisi in due gruppi: un gruppo di 32 soggetti, che avevano praticato qigong Qiyuan per 4 settimane, e un gruppo di controllo che si era allenato ascoltando musica. I due gruppi sono stati fatti salire repentinamente da una altitudine piu bassa alle zone di montagna. Prima e dopo la salita, sono state effettuate misurazioni dei sintomi di malessere da altitudine e dei cambiamenti fisiologici. Il gruppo qigong soffriva meno lo stress da altitudine rispetto al gruppo di controllo, misurato attraverso pressione sanguigna, ritmo cardiaco, consumo di ossigeno, microcircolazione sull’apice della lingua e al margine ungueale, e temperatura nel punto Laogong (P8) della mano sinistra (P<.01). alcuni ricercatori hanno riportato anche gli effetti benefici del qigong sui disturbi cardiovascolari.

Disturbi della microcircolazione. In uno studio sulla microcircolazione 40 piloti militari sono stati suddivisi random in due gruppi: un gruppo di 22 soggetti che avevano praticato qigong Qiyuan per 8 settimane, e un gruppo di controllo di 18 che aveva praticato esercizi fisici prima di arrivare nelle zone di montagna del Tibet. La microcircolazione era stata misurata all’apice della lingua e al margine ungueale, e la temperatura sul punto Laogong nel palmo della mano sinistra. Quando un soggetto si trovava alla maggiore altitudine, la pressione sanguigna e la microcircolazione dell’apice della lingua e del margine ungueale era fuori della norma in entrambi i gruppi. Tuttavia, le anomalie erano statisticamente minori nel gruppo di studio rispetto al gruppo di controllo (P<.01). La temperatura del Laogong rimaneva costante nel gruppo di studio e diminuiva nel gruppo di controllo (P<.05).

Funzione polmonare. In uno studio sulla funzione polmonare 120 giovani sono stati suddivisi in tre gruppi ciascuno di 40 soggetti. Il gruppo 1 aveva praticato qigong Qiyuan per 4 settimane prima di arrivare alle altitudini maggiori; il gruppo 2, gruppo di controllo, si era allenato per 4 settimane ascoltando musica alla radio prima di arrivare alle altitudini maggiori; il gruppo 3 era costituito da soggetti che vivevano stabilmente ad altitudini elevate. I risultati hanno mostrato che il valore integrale dei sintomi di mal di montagna acuto era minore nel gruppo qigong rispetto al gruppo di controllo (P<.05-.01). La ventilazione polmonare del gruppo qigong era significativamente migliorata a confronto con quella del gruppo di controllo (P<.05-.01), ed era quasi uguale a quella del gruppo dei residenti.

Combinazione di qigong e farmaci versus esclusiva terapia farmacologica

In letteratura c’e ampia evidenza del fatto che una terapia che associa qigong autopraticato e farmaci e superiore alla sola terapia farmacologica. Questa conclusione e riportata in molti studi sulla ipertensione e nel trattamento di pazienti con cancro. I vantaggi di una combinazione di qigong e farmaci rispetto ai soli farmaci sono stati gia descritti.

Il meccanismo di questa evidente sinergia non si conosce, ma senza dubbio riguarda il meccanismo fondamentale del qigong. Si ritiene che il qigong rilassi il corpo, favorisca il flusso di qi (energia), del sangue, dell’ossigeno e dei nutrienti a tutte le cellule del corpo, e che liberi le cellule dalle scorie. I miglioramenti nel flusso del qi e nella microcircolazione nutre i tessuti malati o stressati. Possiamo ipotizzare che il qigong favorisca anche l’assorbimento dei farmaci da parte dei tessuti e delle cellule mediante una migliore microcircolazione.

Discussione

Questa rassegna comprende solo un piccolo numero di studi tratti da una vasta raccolta di ricerche sulle applicazioni mediche del qigong, soprattutto in Cina. La conclusione principale che si ricava da molti studi e che il qigong permette al corpo di sanare se stesso. Si consiglia a medici e scienziati di valutare il potenziale valore terapeutico delle applicazioni mediche del qigong raccogliendo e valutando i dati dalle fonti originali.

Per introdure il qigong nella cura della salute in Occidente devono essere affrontati alcuni problemi. Poiche si richiede il supporto di scienziati, medici e del pubblico, un passo fondamentale e raccogliere dati di evidenza scientifica. Tuttavia, in lingua inglese sono stati pubblicati pochi studi, e i resoconti scientifici originali in lingua cinese sono spesso difficili da ottenere e da tradurre. Inoltre, alcune ricerche tecnicamente diversamente valutabili sono incomplete dal punto di vista scientifico. Anche se alcuni rapporti scientifici hanno delle carenze, non dobbiamo rifiutare tutta la ricerca sul qigong. Dobbiamo dare credito alla Cina per aver elaborato la scienza del qigong e riconoscere che e in ulteriore sviluppo.

Per quanto riguarda l’aspetto positivo, il pubblico mostra di essere sempre piu interessato al qigong come mezzo per migliorare la salute. Il qigong e sempre piu citato dalla stampa, e sta aumentando il numero di medici che iniziano ad adottare pratiche terapeutiche alternative. Tuttavia, sappiamo che una sola compagnia di assicurazione (Nationwide Insurance) ha pagato per la terapia qigong. I programmi medici approvati dall’OMS, e statali e federali, potrebbero trarre vantaggio dal pagare per questa terapia, in quanto e efficace ed economica. Le aziende farmaceutiche, che stanno studiando l’utilizzazione di molte erbe, potrebbero trarre vantaggio dalla ricerca sugli effetti sinergici di qigong e farmaci.

L’Office of Alternative Medicine of the National Institutes of Heath sta lavorando per sviluppare un piano per valutare i meriti delle terapie alternative. Nel 1994 e stata istituita una borsa di studio che riguarda il qigong. Il Ministero del Commercio internazionale e dell’Industria giapponese sta adottando un approccio pragmatico riguardo alle terapie alternative incoraggiando lo sviluppo di applicazioni industriali di terapie come l’agopuntura e il qigong.

Molte sono le applicazioni mediche del qigong. In Occidente alcune delle piu promettenti per la salute riguardano problemi cronici come ipertensione, malattie cardiovascolari, invecchiamento, asma, allergie, problemi neuromuscolari e cancro. Queste aree della salute pubblica meritano di essere considerate dagli organismi sanitari dell’Occidente. A questo riguardo, il nostro istituto sta cercando di sviluppare una ricerca cooperativa sulla ipertensione con gruppi negli Stati Uniti e in Cina. Il cambiamento non avviene con facilita; richiede curiosita, lungimiranza, coraggio e determinazione. Il tema delle applicazioni mediche del qigong merita la sfida.

Traduzione dell’articolo “Medical Applications of Qigong” tratto dal sito web: http://www.qigongscience.info/

Ginnastiche mediche europee

     La tradizione europea dell’educazione fisica è parzialmente una derivazione dagli esercizi greci datati dal sesto secolo a.C. L’originale pentathlon di corsa, salto, lancio del disco, lancio del giavellotto e lotta, era praticato da uomini nudi (per questo si chiama ‘ginnastica’, dal greco ‘gymnos’ = ‘nudo’). Ippocrate è considerato il fondatore delle teoria della ‘Ginnastica medica’, che comprendeva quel genere di esercizi che non erano solo sport, ma, erano uniti a dieta e massaggio, ingredienti essenziali nella medicina preventiva.

        Gli Europei continuarono a mostrare interesse verso gli esercizi terapeutici attraverso il Medio Evo, il Rinascimento, ed il periodo Barocco. L’opinione generale, tuttavia, rimaneva vicina a quella moderna occidentale: che la ginnastica faceva parte del dominio della salute fisica, dove invece le medicazioni o altri metodi erano necessari per curare la malattia.

        Alla fine del diciottesimo e all’inizio del diciannovesimo secolo, in Europa cominciava a tornare l’interesse per i benefici terapeutici dell’esercizio, dovuto in gran parte all’interesse per il Qigong cinese. Nel 1779, il gesuita P.M. Cibot divenne famoso per la sua traduzione francese illustrata, di testi taoisti sul Qigong: “Notice du Cong-fou (gong-fu) del Bonzes Tao-see (Dao-shi = prete taoista)”. Gonf-fu era un altro nome per il Qigong, nonostante oggi sia più comunemente riferito alla pratica delle arti marziali cinesi. Cibot dice: “Ne segue che le varie posture del gong-fu, se ben dirette, dovrebbero avere effetto su una salutare pulizia in tutte quelle malattie che vengono fuori da una circolazione bloccata, ritardata o interrotta.”

        L’Europa era pronta per Cibot. Solo cinque anni prima, il medico viennese, Franz Anton Mesmer (1734 – 1815) aveva scoperto che, ponendo dei magneti sul corpo di un paziente, o tenendo semplicemente le sue mani sopra il paziente, poteva indurlo in uno stato ipnotico, “’mesmerizzandolo’, e poteva effettivamente curare molti problemi. Durante la magneto-terapia di Mesmer, i suoi pazienti talvolta sentivano un fluido muoversi attraverso il loro corpo. Sembra molto simile al concetto di ‘qi’ e le sensazioni sembrano simili a quelle del qi che scorre. Mesmer era un uomo molto famoso ed influente nella società europea.

        Le descrizioni di Cibot degli esercizi taoisti e delle tecniche respiratorie furono probabilmente la maggiore influenza su Per Henrik Ling (1776 – 1839), lo svedese che fondò la moderna ginnastica. Per trentacinque anni Ling insegnò quattro tipi di ginnastica: educazione fisica, esercitazione militare, medica, ed estetica, nel suo ‘Istituto Bernadotte’ a Stoccolma. Destinata sia a migliorare la salute che a trattare le malattie, la ‘Ginnastica medica’ di Ling era basata su una teoria di energia vitale, con molti parallelismi con il Qigong.

        Nel 1857 N. Dally (un allievo della scuola di Ling) scrisse che “l’intera dottrina di Ling, teorica e pratica, è solo una sorta di immagine fotografica del gong-fu taoista.” Lui descrisse le sue tecniche ‘calisthenics’ come “uno splendido vaso cinese ricoperto da una vernice europea.” Le tecniche terapeutiche di Ling, la sua ginnastica, e il suo pionieristico utilizzo dell’equipaggiamento per gli esercizi, sono alla base dell’odierno sistema di educazione fisica. I suoi esercizi di torsione, flessione, piegamento, sono praticati nelle palestre e nei centri di salute di tutto il mondo. Tuttavia l’idea di Ling circa l’energia vitale fu alla fine eliminata.

        Come la filosofia del ‘vitalismo’ fu eclissata dal materialismo scientifico, gli esercizi occidentali, e le terapie fisiche cominciarono a mettere un’enfasi quasi esclusiva su forza, resistenza, flessibilità, coordinazione. Queste qualità sono certamente molto importanti, ma riflettono la preoccupazione occidentale per ‘l’apparenza’ della salute: una bella figura e muscoli ben definiti. I sistemi moderni di esercizio occidentali possono essere considerati sintomi di indebolimento.

        Per quanto riguarda la salute interna individuale, si credeva che fosse al di fuori del controllo e, se disturbata, richiedeva l’intervento esterno di un medico esperto. Il corpo fu ridotto ad una macchina, senza intelligenza e consapevolezza di se stesso, ed incapace di auto-correggersi dai malfunzionamenti seri, come un’automobile. Questa convinzione è sbagliata.

        La scienza occidentale, è ritornata al riconoscimento della forza vitale, o ‘bioelettricità’, come sorgente di cura. Gli scienziati hanno dimostrato che noi possiamo controllare questa energia fino ad un livello straordinario, esercitando il controllo sulle funzioni corporali, che erano considerate involontarie. Questo è il momento di reintrodurre molte delle intuizioni sul vitalismo e degli antichi sistemi di terapia che riconoscono il potere del Qi.

Il Pensiero Cinese

       Per comprendere il significato anche di un solo termine cinese, bisogna fare prima di tutto alcune osservazioni sul tipo di cultura che li genera. Per quanto riguarda il pensiero cinese, la perplessità maggiore per gli studiosi è connessa con il modo in cui i concetti sono esposti: le teorie e le idee dei pensatori sono espresse in maniera concisa, sotto forma di sentenze brevi ma solenni, massime, aforismi.

        I filosofi cinesi non hanno mai scritto, in passato, trattati formali, né avevano la necessità di creare una terminologia prettamente filosofica. Le idee si muovevano attraverso una trasmissione orale, di ‘ammaestramento’, più che di insegnamento; un modo prettamente pragmatico, volto a sottolineare l’importanza primaria dell’esperienza e la sperimentazione soggettiva, rispetto all’indagine teorica di una realtà astratta.

        Un’altra cosa a cui bisogna poi fare attenzione è la lingua che è usata per esprimere i concetti filosofici di questa cultura. La lingua cinese è una lingua ideogrammatica, più adatta per rappresentare, insieme ai concetti, anche gli atteggiamenti mentali mettendo in luce il modo stesso di pensare dei cinesi, che procede per immagini concrete. In questo modo la lingua raffigura le idee e il pensiero, quindi si traduce in una visione concreta dei contenuti mentali; traduce simultaneamente tutto il processo di percezione, apprendimento e conoscenza con un lessico simbolico e semantico proprio degli ideogrammi. E’ anche un modo in cui si rappresenta e ci si rappresenta raffigurando cose e idee. Ciò significa pensare per immagini, non solo visualizzando un’idea o una cosa, ma facendone anche un ‘discorso sulla cosa raffigurata’. Quindi la lingua creata dai Cinesi è diretta ad ordinare i dati contingenti, gli eventi, gli accadimenti. La loro preoccupazione è, quindi, chiaramente quella, non di conoscere il mondo, ma di organizzarlo. A questo punto risulta comprensibile che ogni traduzione di testi cinesi, risulterà sempre un’interpretazione (per quanto obbiettiva) di natura personale, che tende a sottolineare soprattutto un’idea, dove invece il testo originale ne esprime di più, racchiudendo più significati.

Mondo come insieme ordinato  Nella visione dei Cinesi c’è un comune credo in un ordine umano simile a quello cosmico, derivato dal particolare processo di conoscenza attraverso l’apprendimento dell’esperienza, con il metodo analogico (rapporti, relazioni, corrispondenze). Questo metodo porta alla nozione di un tutto concreto. Si arriva così all’intuizione dell’ unità di cielo – terra – uomo, per cui lo studio di un caso particolare dell’esperienza è sufficiente per scoprire la verità generatrice di tutti i casi reali o possibili dell’universo. L’intuizione diventa nozione sia sperimentando l’alternanza di giorno e notte, delle stagioni, sia col pensiero analogico, ordinando la propria struttura mentale in concordanza al ritmo vitale universale: fu concepita una ‘legge’ insita nelle cose, perché il lavoro dei Cinesi seguiva un ritmo simile a quello annuale. Quindi realizzarono di seguire i corsi ed i ritmi del cosmo e di rifletterli in sé, attraverso i complementari Yin e Yang, concepiti come tempi opposti ed alternati di ‘riposo’ ed ‘azione’ dell’attività umana, concatenati dalla loro successione armonica che è la ‘legge universale’ o Dao (vedi sotto).

Universo: spazio-tempo (in cinese: Yuzhou)  Il termine stesso, in cinese, è composto dei due caratteri ‘spazio-tempo’. Già i Moisti, un’antica scuola filosofica, sorta ca. quattro secoli prima della nostra era, avevano intuito il ‘continuum spazio – temporale’ per cui spazio e tempo non sono due categorie, ma un insieme, perché “il movimento nello spazio esige la durata, e il motivo di questo è spiegato in prima e dopo’ ; inoltre prima e dopo (tempo) sottintendono vicino e lontano (spazio). L’Universo, perciò, è concepito come spazio temporalizzato, che presuppone un incessante movimento in cui, il ‘generatore non generato’, l’energia trasformatrice non soggetta a trasformazioni, porta alla cognizione della realtà come mutamento, e questo è il risultato dell’azione costante e alterna di yin e yang. Universo è quindi ‘Mutamento armonico’ (dove la mutazione è movimento ordinato)

Relazione uomo – natura La Natura, per i Cinesi, è ‘tutto ciò che è altro da me. L’osservazione della natura diventa un’esigenza primaria per conoscere la legge che regola l’Universo nel suo dinamico divenire, non per conoscere un dio al di là dell’esperienza; perché la Natura è regolata da un Ordine non esterno alle cose stesse. Infatti il Monarca, come il Signore dell’Alto, è la personificazione di quell’ordine, come Regolatore e tramite tra il Cielo e la Terra. La Natura, intesa come correlazione tra cielo, terra e uomo, è il luogo di conoscenza.

“Wuji er Taiji”  E’ una frase molto antica tradotta in diversi modi secondo l’interpretazione, una di quelle più accreditate è:”Ciò che non ha un Polo, è il supremo Polo”, mentre da un’altra parte si legge: “Prima era il Non Polo, poi venne il Supremo Polo”. Questa espressione in realtà molto complessa, è utilizzata come legge filosofica, che mette insieme due concetti fondamentali della cosmologia e filosofia cinese: il “Wuji” ed il “Taiji“.

        Wuji – Indica: lo sconfinato, l’invisibile, il senza qualità, l’inizio primordiale (o anche il “brodo primordiale”) e la condizione originaria a cui ogni cosa tende a fare ritorno. Nella cosmologia cinese, dall’Wuji, si arriva ad un certo punto al Taiji, da cui si sviluppa la dualità Yin e Yang, … le cinque permutazioni dei Cinque Elementi (Wuxing) … fino alle Diecimila Cose.

        Taiji – Chiamato anche “Grande Uno”, indica quella totalità indistinta e non ancora qualificata in Yin e Yang, ma che già li comprende in sé (tanto che il noto simbolo che li raffigura si chiama proprio Taiji). E’ tradotto “Grande Polo”, o anche chiamato “Vuoto” … e come vuoto, si intende, come ho letto da qualche parte: “Il vuoto paragonabile a quello che c’è in un punto preciso del torrente, quando l’acqua presente scorre via ogni momento per far posto a quella che sta arrivando continuamente.” Prende questo nome anche il Taiji Quan (scritto anche Taichi Chuan), molto conosciuto in occidente come forma di “arte marziale dolce”, in realtà, è anche una delle forme esterne di Qigong.

Yin – Yang  Abbiamo qui un binomio, e non due elementi contrapposti. Yin e Yang sono un insieme. Il loro mutamento è simile al sistema del calcolo binario, basato sul concetto alternato di presenza e assenza (0 e 1), per cui una diminuzione di Yin non è mancanza, perché va ad accrescere Yang. Perciò anche qui il mutamento è movimento ordinato determinato dall’opera di Yin e Yang, binomio che ristabilisce il dissidio apparente tra uno e molti (come insieme di modalità apparentemente contrarie ma alterne).

        I due termini designano valori contrapposti, simboli antitetici che si attuano in modo ciclico. Le diverse modalità possono essere intese come proiezioni dell’uomo, necessitate dal contatto con la realtà e l’esperienza fenomenica, che si rivelano benigne e maligne allo stesso tempo. L’equilibrio delle due modalità fra loro annulla il dualismo apparente grazie alla loro complementarietà. Le relazioni che legano quindi i due elementi di questo binomio sono quattro: reciproca opposizione, interdipendenza, l’essere inversamente proporzionati l’uno con l’altro, e la continua trasformazione dell’uno nell’altro.

        Queste due forze, apparentemente opposte, furono rappresentate con i simboli yin (pendio della collina in ombra) e yang (pendio della collina esposto al sole), ed assimilate a tutti i binomi, a tutte le coppie di opposti della Natura, come: Terra e Cielo, femminile e maschile, notte e giorno, … Questa teoria aveva relazioni molto strette con la magia denominata “magia omeopatica”, con cui aveva in comune il concetto di corrispondenza tra diversi fenomeni naturali.

Legge del Dao   Il carattere Dao (trascritto anche ‘Tao’), può avere diversi significati: insegnamento o arte, metodo; stile di vita; legge di natura che regola i tempi e le trasformazioni dei fenomeni; via o strada; manifestazione del volere celeste, supremo;… Un aspetto del Dao è la manifestazione armonica di Yin – Yang, poiché Yin e Yang sono il Dao (“Yi yin yi yang zhe wei dao” lett. “Una volta yin, una volta yang, questo è il Dao). In questo caso, quindi, il significato che ci riguarda è ‘legge di natura’, secondo cui yin e yang si susseguono in una rotazione e trasformazione continua. Il Dao divenne così la nozione base dell’unitarietà dell’universo. In questo modo non c’è alcun bisogno di ‘Esseri creatori’. Neanche lo Shangti (lett. Signore dell’Alto o Imperatore supremo), o il Tian (cielo) sono esseri creatori. Tuttavia il Sacro ha un posto di primaria importanza ed il culto diviene per eccellenza ‘Rito’, perciò sono presenti divinità tutelari e naturali. Il Signore dell’Alto era il sommo regolatore. Ma non basta. C’è l’esigenza di una legge che governi tutto.

Centro I Cinesi si accorsero che nel movimento del sole, nel tempo di uno spazio percorso, non c’è arresto, ma solo punti di riferimento. Perciò ci fu bisogno di orientarsi, così nacquero i quattro punti cardinali (gli angoli del mondo). Però, essendo le direzioni solo un mezzo, trovarono un quinto punto cardinale, il punto di riferimento simbolizzante il centro. Era anche la ricerca di un orientamento psicologico.

        Questa è la nozione che si è sostituita all’asse, o ‘taiji’ (lett. Polo, o Grande Asse), per cui tempo e spazio erano riferibili all’asse come centro, la cui essenza era nel rapporto con l’unitarietà tra Uomo e Universo. ‘Zhong’, il centro, è un’estensione dell’asse, con un significato più profondo: l’Uno, l’Unità e la Fonte (il Dao).

        Per quanto riguarda l’Asse o Polo, c’è una frase cinese che ne definisce il significato vero: “Wuji er taiji” Una delle interpretazioni di questa espressione, è: “Ciò che non ha Polo, è il Supremo Polo”. Secondo questa definizione, e secondo quella del “Paradosso di Huishi”(un filosofo cinese): ‘il centro del mondo è a nord di Yen e a sud di ye’, il centro che promuove le direzioni può essere ovunque e in nessun luogo, è illimitato ed infinito. E’ da considerarsi come un “punto neutro”, perché i punti cardinali sono relativi al centro, non hanno un valore assoluto. La Terra, e per traslato l’Uomo, coinciderà con il centro antropico: dove c’è l’uomo, lì c’è il centro. Quindi l’uomo è partecipe di macro e microcosmo, si volgerà dall’eso all’endocosmo, realizzando la sua funzione tra cielo e terra.

        Riconoscersi con il Centro, significa riconoscersi con il Sé, cioè avere la potenzialità e l’esigenza di attuare il processo di individualizzazione perché il centro coincide con il Tutto Ontologico (è il Grande Uno – come spazio, è il Grande Principio –come tempo, ed è, per estensione, lo stesso Taiji – Realtà Ultima e Prima Realtà). Il taiji è al centro di tutte le cose, vasto come lo spazio, eterno come il tempo, ma perché si manifesti è necessario essere Uno con il Centro. L’uomo ha quindi la possibilità di assimilarsi con il centro.

        Alcuni di questi accenni sono tratti dalle analisi concettuali fatte dalla Prof.essa Lucidi, nel suo trattato “Riflessioni sulla natura e funsione di alcune proposizioni del pensiero cinese, per lo studio della concezione spaziale”(Maria Teresa Lucidi, ed. Il Bagatto).

Classificazioni del Qigong

Nel corso della storia cinese, i metodi di classificazione del Qigong sono stati molti, diversi a seconda delle scuole e degli autori. Le più comuni sono:

  1. per corrente (medico, confuciano, taoista, buddhista e marziale),
  2. per sistema (respirazione, trasporto del qi, posizione seduta statica e in piedi),
  3. per contenuto (controllo fisico: postura; controllo mentale: concentrazione, distensione o meditazione; controllo respiratorio; auto-massaggio; movimento corporeo),
  4. per forma (statico e dinamico),
  5. per metodo (con un nome per ogni scopo ricercato, come: calma, nutrimento interno, trasporto del qi, pulizia e nutrimento, …)
  6. per tecnica (la categoria più numerosa: il piccolo e il grande circuito celeste, l’alchimia interiore, i 18 luohan, …)

        La classificazione più generica è quella per forma, dove si differenzia un qigong più attivo o dinamico, che include il movimento (tra cui il Taiji quan), da uno più statico o passivo, in cui il corpo è più fermo, ed il qi è controllato attraverso la concentrazione, la visualizzazione e, soprattutto, il respiro. La classificazione più diffusa è quella che divide per correnti o scuole, ed è quella a cui mi riferirò in questa sede, per dare una suddivisione schematica dei vari scopi ricercati dalla pratica del Qigong:

Qigong Medico: comprende tecniche terapeutiche, indirizzate a varie sintomatologie o patologie. In realtà tutti gli esercizi sono considerati terapeutici, ma la classificazione dipende da dove è rivolta maggiormente l’attenzione. In questo insieme troviamo tecniche di auto – guarigione, quindi esercizi eseguiti dalla persona per superare un problema o per guarire da una malattia. Troviamo poi anche tecniche di ‘terapia del Qi esterno’, metodo molto antico in cui la persona diventa in grado di controllare il flusso di Qi, dirigendolo all’esterno per trasmetterlo ad un’altra persona.

Qigong confuciano: è rivolto a migliorare o rafforzare il carattere del praticante. Confucio (VI – V sec. a.C.) ha insegnato l’importanza di un comportamento etico e di interrelazioni personali armoniose. La concentrazione qui, è sullo sviluppo delle virtù nobili del confucianesimo: integrità o giustizia (Yi), saggezza o conoscenza (Zhi), benevolenza o equanimità (Ren), rispetto dei riti e dell’etichetta o educazione (Li), affidabilità o sincerità (Xin). Riportato alla medicina cinese: una persona integra sarà anche sana, e viceversa; infatti queste virtù, sono connesse, nella classificazione medica dei cinque movimenti, a corrispettive emozioni degenerative verso i vari organi interni, rispettivamente: ansia o tristezza (polmone), paura (rene), rabbia o risentimento, frustrazione e senso di colpa (fegato), gioia, eccitazione o shock (cuore), empatia o continuo pensare, rimuginare (milza).

Qigong taoista: direttamente e più apertamente derivato dalle tecniche di coltivazione della lunga vita degli asceti taoisti, e dalle danze e tecniche dell’antico sciamanesimo, comprende tecniche fisiche di imitazione del movimento degli animali, o comunque tese a riportare l’individuo in un fluido seguire le leggi naturali. Ma insieme a queste, c’erano anche pratiche dietetiche, sessuali, elioterapiche, tutte volte al raggiungimento della longevità, o dell’immortalità. Il Qigong taoista ortodosso, originario, comprendeva quattro livelli di pratica:

  1. “Zhu ji” (lett. costruire le fondamenta): Con questo nome erano indicate le tecniche teoriche e pratiche di introduzione al Qigong: per il raggiungimento del rilassamento corporeo e mentale, per diminuire notevolmente il flusso dei pensieri, fino a fermarlo completamente.
  2. “Ning jing lian qi” (Lett. Condensare il jing per raffinare il Qi): chiamato anche “Lian jing hua qi” (lett. Raffinare il jing per trasformarlo in Qi) La parola “ning” sta ad indicare la concentrazione mentale su alcuni punti del corpo (come per esempio i tre “dantian”), “lian qi” e “hua qi”: questi indicano che di conseguenza a quella concentrazione su un punto, il qi può scorrere all’interno del corpo come nube e pioggia, nei meridiani, dalla cima della testa fino ai piedi.
  3. “Lian qi hua shen” (Lett. Raffinare il Qi per trasformarlo in Shen): qui, una volta raggiunta l’armonia tra mente – cuore e volontà cosciente(o intenzione), il qi sarà raffinato per raggiungere un livello più sottile di consapevolezza, spirituale. Quindi questo passo rappresenta uno sviluppo di sensibilità particolari non solo al livello fisico.
  4. “Lian shen huan xu” (Lett. Raffinare lo shen per tornare al vuoto): per I taoisti questo è il passo più importante, in cui la “perla brillante” all’interno del dantian, si espande nel busto fino alla testa, illuminando tutto il corpo, che diventa così radiante da portare la persona in diretto contatto con il tutto. E’ l’estasi in cui si eliminano tutti i confini tra uno e molti, tra “io” microcosmo ed il macrocosmo universo, o Natura.

Qigong buddhista: I praticanti buddhisti hanno derivato le loro tecniche da influenze culturali esterne, in particolare tibetane e indiane. Lo scopo di un Qigong definito buddhista è comune a quello dello stesso buddismo: sviluppare delle virtù, che possano, attraverso un’elevazione spirituale, portare la persona all’illuminazione. Ma lo scopo non ultimo delle tecniche bubbhiste era, anche qui, ottenere, dopo la salute fisica, anche vari “poteri”, capacità particolari di veggenza per esempio.

Qigong marziale: lo scopo di quest’ultimo è rafforzare il fisico e sviluppare la capacità di dirigere il Qi all’esterno per colpire l’avversario, e più importante, sensibilizzare il praticante a prevenire i colpi dell’avversario.

        Comunque lo scopo ultimo è, anche qui, quello di raffinare la personalità del praticante, in modo da evitare di arrivare al combattimento. I cinesi dicono che il vero Maestro di “arti marziali” è colui che non ha bisogno di combattere. La mia opinione riguardo l’abitudine di classificare, differenziando, le varie tecniche di pratica del Qigong, è che siano tutte comunque fuorvianti, in quanto la differenza fondamentale di tutte le pratiche è, secondo me, lo scopo per cui si pratica il Qigong. Infatti, se lo scopo è fisico, terapeutico, spirituale, sportivo, culturale, religiosa, … si potrà anche utilizzare lo stesso tipo di esercizio, di posizione o di movimento con un’attenzione mentale puntata ad uno scopo invece che ad un altro.

Principi Teorici del Qigong

       Ci sono vari concetti connessi con il qigong, che bisogna conoscere per capire bene le modalità di lavoro del qigong: il significato di Jing, Qi, Shen; i tre Tiao (armonizzazioni), Tiao Shen, Tiao Xi e Tiao Xin; il Dantian; la teoria di yin-yang e dei Wu Xing (5 fasi); il sistema dei Jingluo (lett. “ordito – trama”, qui indica i meridiani principali e i collaterali); gli Zang Fu (lett. “palazzi e magazzini”, qui indicano organi e visceri).

Jing, Qi, Shen: Chiamati anche i “Tre tesori”, sono tre forme di energia, dalla più grossolana alla più sottile; Jing eShen sono anche definite come le forme yin e yang del Qi. Si possono anche collegare i tre Tesori, con corpo, respiro e mente. Qui torniamo ai tre principi del Qigong, per cui bisogna lavorare con tutti gli aspetti della persona: non è possibile dare attenzione al corpo, senza darla alla mente, o al respiro, o viceversa non si può praticare solo la meditazione senza considerare il corpo (come si fa in molte tecniche religiose).

Jing – l’ideogramma che lo indica comprende un germe di un chicco di riso (perché formato dal radicale significante riso, più quello che significa germe o giovane, o anche verde. Gli è stato poi dato un significato più esteso: germe di vita, essenza vitale, energia sessuale. Se usato in una parola composta, dà ancora di più l’idea dell’essenza, la quintessenza di qualcosa, la purezza (es. jing+oro = oro puro, jing+erba = estratto concentrato). Nel Qigong il Jing è la forma più yin del Qi.Tende ad andare in basso, come l’acqua, movendosi attraverso i genitali e trovando espressioni nei fluidi collegati con la riproduzione: il seme, lo sperma, i lubrificanti vaginali, gli ovuli e il sangue mestruale. Queste sono tutte manifestazioni fisiche del Jing di natura yang.

        Inoltre, se esso è yin rispetto al Qi, ha esso stesso espressioni yin e yang. L’aspetto yang è rappresentato dalla saliva.  Questa, nonostante sia fisicamente composta di enzimi digestivi, e di anticorpi protettivi, energeticamente è legata alla sessualità. Nelle tecniche sessuali del Qigong taoista, i partners sono consigliati di ingerire la saliva del compagno come scambio del qi sessuale durante il rapporto. Per la medicina cinese il Jing cresce e si sviluppa lentamente durante la fanciullezza, raggiungendo il suo massimo all’età di 21 anni, poi decresce, a meno che non controlli e si aumenti con la pratica del Qigong. La diminuzione di Jing è associata, per questo, con molti dei segni di invecchiamento come osteoporosi, abbassamento della funzionalità del sistema immunitario, mancanza dalla libido, capelli bianchi, rallentamento dei riflessi, memoria povera.

        Jing è l’energia che crea il midollo osseo e la materia grigia del cervello (cervello era chiamato anche “sui hai”, o mare dei midolli.). Una delle tecniche più famose del qigong taoista era “huan jing bu nao” (lett. “invertire il Jing per ristabilire il cervello”).

        Ci sono tre risorse esterne per accumulare Jing: è ereditato dai parenti; deriva dalle parti raffinate e purificate del cibo; e, nel Qigong taoista, è dato e assorbito dal proprio partner sessuale. Ci sono anche varie risorse interne di Jing: la maggiore riserva è il Dantian inferiore; tra gli organi interni la sua sede è nel sistema dei reni (che include non solo i reni, ma anche le surreni e il sistema urogenitale). Secondo i testi alchemici taoisti, il Jing è prodotto internamente dalle energie combinate di reni e polmoni. Qualunque cosa migliori la salute di questi organi, aumenterà anche la riserva di Jing.

Qi – Il carattere di Qi ha un’etimologia più complessa, essendo utilizzato per migliaia di anni, fin dalle ossa oracolari risalenti ad almeno 700 anni prima di Cristo. Prima raffigurava solo del vapore che sale (prima immagine del carattere), poi vi è stato aggiunto lo stesso radicale che forma il Jing, indicante il chicco di riso (seconda immagine). Quindi qui si uniscono i vapori che dalla terra salgono verso il cielo a formare nubi, ed il riso, quindi la parte materiale che cuocendo rilascia quei vapori, tendendo a rimanere in basso. Si sintetizzano le convergenze dei due elementi fondamentali: l’elemento celeste, yang, e quello terrestre, yin. Il Qi del cielo che preme da sopra, insieme a quello che viene dalla terra che preme da sotto. Inoltre vi era un secondo carattere connesso con lo stesso concetto (terza immagine), formato dal radicale indicante il fuoco, unito ad un carattere con un significato di astrazione, un quid non quantificabile, non visibile, formato da un uomo che lotta contro un ostacolo. Quel carattere da solo ora significa no, negazione. Entrambi i caratteri danno bene il senso di un certo stato di materia-energia non quantificabile, non visibile, che trasmette informazioni ed è in continuo movimento.

        Il concetto di Qi si è sviluppato nel tempo, insieme alla medicina cinese. Infatti, via via che le basi teoriche della medicina delle corrispondenze sistematiche diventavano più solide e specifiche, anche il significato di vecchi termini, utilizzati in passato, cambiò. E’ questo il periodo in cui apparve per la prima volta un termine che aveva il significato di influenza sottile (qi) e scompare il termine “gui”, demone. Quindi, dove in passato si definiva un’influenza esterna maligna “demone cattivo” (xiegui), ora si cominciò ad utilizzare al suo posto la definizione di “influenza sottile maligna” (xieqi). Il termine Qi mantenne questo significato fino all’undicesimo, dodicesimo secolo d.C., quando, probabilmente, apparve anche il chicco di riso sotto il vapore. Da qui in poi, si può veramente tradurre il carattere di “Qi” come energia, soffio, energia vitale.

        Il Qi nella medicina cinese è poi classificato in base alla sua qualità nella fisiologia del corpo umano: Yingqi (Qi nutritivo), Weiqi (Qi protettivo), Xieqi (Qi patologico, perverso), Yuanqi (Qi primordiale), Zongqi (Qi primario), Zhengqi o Zhenqi (Qi autentico o immunitario).

Shen – Lo Shen è il terzo dei tre tesori. Il carattere ha due significati in cinese: spirito e stirare. Lo Shen rappresenta l’energia spirituale e psichica, la parte divina di ogni essere vivente, ed ha una natura essenzialmente luminosa. Considerandolo come energia corrispondente al cuore-mente, esso si identifica sia con la mente sia con la parte spirituale della vita emotiva della persona. Anche lo Shen può essere coltivato nel corpo e raccolto dall’universo. Tutte le forme tranquille di Qigong sviluppano Shen. E’ associato con il fegato e con il cuore. Quando questi organi sono in salute, il loro Qi si combina e produce Shen. Se sono malati, anche lo spirito della persona è compromesso, e la mente può tendere ad una continua stanchezza, agitazione. Lo Shen è la luce degli occhi; è conservata e aumentata quando giriamo gli occhi verso l’interno, praticando introspezione e meditazione.

        La sua energia è invece perduta quando passiamo troppo tempo a guardare fuori, preoccupandoci degli avvenimenti esterni o delle nostre idee rispetto a quelli. Gli stati di mente disturbata, confusa, … sono malattie dello Shen.       

        Mentre il Jing scorre attraverso le ossa e il Qi attraverso i meridiani principali, lo Shen scorre attraverso una serie di canali chiamati “Otto meridiani straordinari”. Questi sono quei percorsi su cui si focalizza l’attenzione attraverso alcune classiche meditazioni di Qigong, come “La piccola Circolazione celeste” (Xiao Zhoutian).

I tre tiao (Le tre armonizzazioni) – Questi sono i tre principi fondamentali della pratica del Qigong, che lo rendono completo come sistema di pratica, perché non tralascia alcuno dei principali componenti dell’organismo umano: corpo, respiro e cuore-mente:

  1. Tiao Shen (Armonizzare, regolare il corpo)– Essenzialmente, questo significa fare in modo che il corpo si rilassi: che ogni cellula del proprio corpo raggiunga un rilassamento completo, cosicché anche la mente si rilassi di conseguenza. Quando vi è un disturbo in qualche parte del corpo, vuol dire che il Qi non scorre liberamente. Attraverso le tecniche che permettono il “Tiao Shen”, e quindi, attraverso la regolazione del corpo ed il raggiungimento dell’equilibrio, è eliminato il blocco di energia (Qi), che può così scorrere in modo fluido e, se c’era dolore, scompare disciogliendo le tensioni. Si lavora sullo scorrimento, perciò, del Qi all’interno dei meridiani, si controlla lo Zheng qi (Qi autentico), regolando il corpo ed anche la mente, in modo che questa controlli le funzioni dell’intero organismo, anche attraverso l’incanalamento dell’energia data o ricevuta, negli organi malati. Nelle arti marziali, questo controllo del Qi avviene, fino ad emetterla per attaccare o difendersi dal nemico. In termini più occidentali, si punta al rilassamento di muscoli, giunture, ed alla bonificazione dei tendini. La corteccia cerebrale entra in uno stato di inibizione protettiva, di tranquillità. In questa situazione di rilassamento, i segnali trasmessi dalla corteccia cerebrale, di cui un terzo sono emessi dalle mani (soprattutto dal palmo), la posizione statica o il lento movimento fa sì che rivolgiamo la direzione dei campi magnetici dove più ci serve.
  2. Tiao Xi (Armonizzazione del respiro) – Regolare la respirazione, significa far sì che l’energia presente nell’atmosfera possa entrare ed essere utilizzata bene dal corpo, in modo da allungare la vita di tutte le cellule, e così anche la vita umana. Inoltre regolare il respiro serve ad aprire la mente, a potenziare le capacità del cervello, a far uscire le tossine dal corpo attraverso i polmoni e la pelle. La respirazione naturale dovrebbe essere regolare, lunga, sottile e profonda, ma mai forzata. Ma cosa si intende per respirazione, quando si lavora con essa? Ci sono tre fasi che completano il ciclo respiratorio. Respirazione esterna, la prima, è quella di solito considerata da sola come respirazione; in realtà è solo il primo scambio di aria che avviene all’interno dei polmoni, tra gli alveoli e i capillari polmonari, dove il gas passa nel sangue. La Distribuzione dell’aria, seconda fase, avviene nel sangue, dai capillari della circolazione polmonare attraverso tutta la rete di vasi e capillari periferici. La terza fase, quella della Respirazione interna, coincide con lo scambio interno, tra la circolazione sanguigna e le cellule dei tessuti. Da lì, poi, effettuato il nutrimento, la circolazione sanguigna serve al contrario, per riportare ai polmoni il gas già utilizzato, l’aria vecchia, da eliminare, per completare la purificazione di tutte le cellule nutrite. Quindi, il sistema respiratorio e quello circolatorio, sono strettamente connessi: il cuore comanda la circolazione, ma il sangue raggiunge le varie parti del corpo solo quando l’energia dei polmoni fluisce senza interruzione. Il compito dei polmoni non è perciò solo di scambio con l’esterno, ma anche di distribuzione del nutrimento in tutto il corpo.
  3. Tiao Xin (Armonizzazione del cuore-mente) – Visto che cuore e mente sono indicati qui da un unico carattere (anticamente la sede della mente era considerata essere proprio il cuore), il lavoro di regolazione è questa volta rivolto al cuore-mente, come sistema di emozioni, sensibilità, reattività, apparato psicofisico. Bisogna sgomberare la mente da ogni preoccupazione, coltivare pensieri positivi. “Noi siamo come un pino fermo e stabile, esternamente sereni e rivolti verso la natura. Tutto quello che riguarda il nostro corpo è come gli uccelli, e i fiori della natura esterna”. La mente deve essere calma e rilassata come l’acqua di un lago. Lo scopo più alto è non sentire più i limiti tra noi e la natura intorno a noi. “Il piccolo non ha confini interni, il grande non ha confini esterni.” Dal punto di vista mentale, quindi, il Qigong regola la corteccia cerebrale ed il cervello su cui sono riflessi i pensieri e le attività mentali. La visualizzazione e la meditazione sono potenti mezzi di regolazione delle emozioni, ed attraverso quelle, degli impulsi nervosi che causano la produzione, tra l’altro di sostanze fisiologiche e chimiche (come l’adrenalina, o … la produzione della saliva). Si ha una sistematizzazione dell’attività elettrica delle cellule cerebrali nella corteccia, e un incremento della stessa funzione cerebrale, con l’entrata in uno stato inibitorio protettivo, che aiuta la riparazione degli organi interni. Regola la funzione del Sistema Nervoso Vegetativo, cura l’ipertensione, l’ulcera gastrica, la nevrastenia, diminuisce e riequilibra le secrezioni interne, abbassa il colesterolo e cura le malattie cardiovascolari. Migliora i focolai causati da riflessi patologici, tratta malattie croniche di cuore, fegato, polmoni, milza, nevrosi e cancro; può far aumentare la secrezione di bile, bilanciando così le funzioni digestive. Tutto questo avviene sempre se si fa un lavoro costante su tutti i componenti dell’organismo, e quindi, lavorando insieme con le tre armonizzazioni.

Dantian (lett. Campo del cinabro) – Questo è un termine proprio dei taoisti, della loro concezione del corpo umano e del suo funzionamento. Il termine esiste anche nella medicina cinese, ma nel taoismo e nel Qigong ha un significato particolare che sotto certi aspetti differisce da quello medico. Indica certi luoghi del corpo che sono sede di trasformazioni e di mutazioni.

Il cinabro, o solfuro di mercurio, sotto forma di pietra rossa, nell’alchimia è la materia prima della pietra filosofale, è il materiale di base per l’elaborazione dell’oro nell’alchimia esterna, e dell’elisir di immortalità nell’alchimia interiore.

Il carattere cinese “dan” o “cinabro” (come è spiegato anche nello “Shu Wen”, un antico dizionario della din. Han 221 a.C. – 206 d.C.), raffigura una cavità o pozzo, dove è contenuta una pietra, poiché il cinabro, molto abbondante in Cina, si estraeva da cave nelle montagne. Il termine “tian” o “campo”, preso dal vocabolario agricolo, introduce l’idea della coltivazione. Perciò i campi di cinabro, non sono né dei serbatoi, né dei punti concreti, ma veri e propri campi di trasformazione di determinati materiali dell’alchimia interiore. Il termine compare durante la din. Han, ma poi dal terzo o quarto secolo, si comincia a distinguere tre diversi campi di cinabro nel corpo, su piani diversi: il campo di cinabro inferiore al di sotto dell’ombellico, il campo di cinabro mediano all’ altezza del cuore, ed il campo di cinabro superiore nel capo al centro all’altezza delle sopracciglia.

        Il Dantian inferiore è considerato la radice dell’uomo, è il luogo di origine dei “cinque soffi” (altra antica denominazione dei cinque Qi, elementi o movimenti), racchiude l’essenza ed è il luogo dove si raccoglie il rimedio, il Dan. E’ la porta di unione di Yin e Yang.

        A partire dal dodicesimo secolo, i campi di cinabro sono prima di tutto sede di trasformazione del Jing, del Qi e dello Shen, sono tre regioni del corpo attorno alle quali sono concentrate le tre tappe del lavoro psico-fisiologico del Qigong, chiamato anche Neidan, perché rappresenta l’insieme delle tecniche che permettono la coltivazione del Dan interno e quindi la possibilità di ottenere la longevità. Ecco perché in molte delle tecniche usate, si sviluppa la capacità di concentrazione sui Dantian, per sviluppare, coltivandolo, il principio vitale, chiamato anche “embrione della longevità”.

Teoria del binomio Yin-yang e dei Wuxing (cinque fasi, movimenti) – Per quanto riguarda la teoria del binomio Yin-yang, l’abbiamo già brevemente trattata sopra. Ora brevemente introduciamo quella dei Wuxing, collegandola a quanto già detto di Yin e Yang.

        Tutto ciò che esiste è il prodotto di un’unica energia che si manifesta a vari livelli. Nella cosmologia cinese, il cosmo è un’immagine del principio (Dao), non il principio stesso. Il Taiji (lett. “Il Grande Polo”, raffigurazione della apparente dualità in continua trasformazione di Yin-yang) rappresenta che l’unità rimane anche dopo la trasformazione avvenuta durante e dopo la creazione dall’ Wuji (lett. “Non Polo”, “L’ultima vacuità” a cui si tende come scopo ultimo di tutte le pratiche spirituali).

        Dunque, nella manifestazione dell’universo: dall’ Wuji si giunge al Taiji (dal Nulla si arriva all’Uno); dal Taiji si hanno Yin e Yang (dall’Uno si passa al Due), da Yin e Yang e dalla loro continua trasformazione in tre (cielo, terra e uomo al centro), quattro (le quattro direzioni che l’uomo vede intorno a se), cinque (le quattro direzioni più il centro, come comprensioni della relatività delle direzioni stesse, e della propria centralità), man mano si arriva alla differenziazione più particolareggiata con le “Diecimila cose”. Ma la differenziazione è solo relativa, qualitativa, legata al continuo movimento trasformatore circolare di Yin e Yang. Dire che tutto è materia, o tutto è energia, a questo punto è la stessa cosa. L’energia è materia indifferenziata (stato yang), la materia è energia differenziata (stato yin). Più l’energia prende forma più essa è yin, meno ha forma più è yang.

        Nello “Huangti Neijing” si dice: “Per trattare le malattie bisogna andare fino alla radice. Ora lo Yang accumulato forma il cielo, lo Yin accumulato forma la terra. Lo Yin è tranquillità, lo Yang è movimento. Lo Yang fa nascere, lo Yin fa crescere. Lo Yang fa morire, lo Yin sotterra…” Yin e Yang fermi si combinano, movendosi si separano, si differenziano, ed è proprio attraverso questa differenziazione dovuta al movimento continuo, inevitabile, che si hanno gli Wuxing, le cinque fasi (o cinque elementi, movimenti, come sono definiti sui testi occidentali).

        Il fondatore della teoria filosofica degli Wuxing, connessa con la natura e che influenzò il sistema di corrispondenza della medicina cinese, fu Zou Yan (circa 350 – 270 a.C.). Secondo questa teoria, l’autore suddivise le connessioni di fenomeni naturali e concetti astratti, non in due (come nella teoria yinyang), ma in cinque linee di corrispondenza, scegliendo come simboli i cinque elementi naturali: metallo, legno, acqua, fuoco e terra. Il principio dinamico di trasformazione ciclico era lo stesso: ognuno di questi elementi era solo una fase nel continuo ciclo di trasformazione.

        Secondo questa teoria: il metallo crea l’acqua, l’acqua crea il legno, il legno crea il fuoco, il fuoco crea la terra, la terra crea il metallo. Invece secondo il ciclo di controllo, l’acqua sottomette il fuoco, spegnendolo; il fuoco sottomette il metallo, fondendolo; il metallo sottomette il legno, tagliandolo sottoforma di sega; il legno sottomette la terra, come attrezzo agricolo; la terra sottomette l’acqua, come una diga. Questi cinque elementi sono solo simboli di corrispondenza e ad ognuno di essi corrisponde un organo ed un viscere, una stagione, un colore, un periodo delle ventiquattro ore, un organo di senso, una nota musicale, un percorso specifico lungo la superficie del corpo che in seguito fu chiamato “meridiano” o “canale”.

Qigong Statico

Posizioni base

        Le posizioni in cui si può praticare il Qigong statico sono molte, e molti sono i motivi per cui se ne può scegliere una invece di un’altra. Ci sono posizioni più adatte per persone deboli o malate, per degenti in ospedale, o per chi non ha, soprattutto all’inizio, una capacità di concentrazione ben sviluppata. Altre posizioni sono invece più adatte a persone in buona salute o a chi lo ha già praticato in passato, sviluppando una capacità migliore di concentrazione e di rilassamento. Qui di seguito analizzo ed introduco solo le più conosciute ed utilizzate nel lavoro statico fatto con una postura eretta, mentre esistono poi innumerevoli forme e posizioni utilizzate anche per la pratica da seduti o sdraiati, oltre a tutte quelle che si evolvono trasformandosi l’una nell’altra durante la pratica in movimento.

ZHAN ZHUANG ( lett. “Stare come un palo”): posizione eretta. In essa l’attenzione è posta al rilassamento delle gambe, che sono leggermente flesse, ai piedi che hanno tra loro una distanza compresa fra la larghezza delle anche e quella delle spalle. La schiena è dritta con i glutei leggermente ruotati in avanti, in modo da tendere ad annullare la curva naturale della colonna vertebrale. Le spalle sono rilassate in fuori, il torace è basso, il collo esteso, in modo da continuare la linea dritta di tutta la colonna. Le braccia sono rilassate lungo i fianchi. La testa è rivolta verso l’alto, con il mento appena in dentro. Lo sguardo è rivolto all’infinito, leggermente più in basso dell’orizzonte.

        Questa è una delle più antiche posizioni del Qigong statico in Cina. Si hanno prove della sua utilizzazione già intorno all’inizio della nostra era, durante la dinastia Han (206 a.C. – 220 d.C.), ma è molto probabile che le sue origini siano anche molto più lontane nel tempo. E’ spesso soprannominata anche “Posizione dell’albero”, e si pensa che le origini strutturali e funzionali di essa siano connesse ad un’attenta osservazione dell’albero che con le radici in profondità si mantiene forte e solido, prendendo il nutrimento che, attraverso il fusto, il tronco e la chioma, porta fino alle foglie più alte; allo stesso tempo, tende in alto verso il cielo, da dove prende energia dal sole, dalla pioggia, rimanendo stabile, ma morbido e tranquillo al vento, che lo fa ondeggiare senza turbarlo o abbatterlo.

QI SHI (lett. “stare in piedi stabilmente” o “posizione d’inizio”) Questa è la posizione d’inizio di tante forme di Qigong, Taiji quan e arti marziali cinesi. Qui tutto il corpo è rilassato, i piedi sono aperti, alla stessa distanza delle proprie spalle, con le punte rivolte verso l’interno, le braccia cadono pesanti lungo i fianchi, con le dita delle mani tese ma rilassate, i palmi rivolti verso il corpo; il respiro è regolare e lo sguardo è fisso davanti a sé.

        La posizione appena descritta è fisicamente identica a quella chiamata Zhanzhuang, quello che la fa diversa è l’intenzione, che la rende “posizione d’inizio” di una forma dinamica o, in ogni caso più complessa anche nel Qigong statico – dinamico. In ogni modo, se questa è la differenza tra le due, per alcuni maestri, in genere sono interscambiabili, tanto che anche questa può essere mantenuta a lungo per un lavoro completamente statico, fino anche a tre quarti d’ora senza interruzione.

        Al di là delle differenze di denominazione, comunque, fisicamente ed energeticamente, questa maniera di stare in piedi è importantissima nel lavoro del Qigong, perché in questo modo tutti i percorsi del Qi sono aperti completamente ed esso scorre più libero e fluente, sia nei 12 Jingluo (i meridiani principali), sia in quelli straordinari: RemaiDumaiDaimai, ecc. Se le spalle sono contratte, vi si accumula una gran quantità di Qi e Xue (sangue); appena queste si rilassano, il blocco di Qi e Xue si trasforma in una forte ondata verso le spalle stesse, fino alle mani, così si possono avere alcune sensazioni sulle punte delle dita come: gonfiore, addormentamento, calore …

TI BAO SHI ( lett. “forma del portare in braccio”) Posizione che è stata soprannominata anche “Abbracciare la palla all’altezza della cinta”, perché in questo modo si descrive più facilmente la forma da prendere con le braccia. Infatti, la posizione è quella in cui si sostiene una grossa palla all’altezza dell’addome, con le mani rivolte entrambe verso la zona del Dantian inferiore(c.a. tre dita sotto l’ombelico) e le dita di ogni mano rivolte verso le corrispondenti. Le due mani sono a circa un pugno di distanza una dall’altra. Per il resto la posizione è quella dello Zhanzhuang, che abbiamo già visto. Questa forma lavora molto approfonditamente, in particolare sull’addome e sul sistema digerente, sul fegato, oltre che sul sistema nervoso centrale e periferico. Va usata meno dalle donne durante il periodo mestruale, quando l’attenzione va spostata preferibilmente verso il Dantian medio (al centro del torace) o, se se ne ha esperienza, sui reni.

CHENG BAO SHI (Lett. “forma del mantenere/sostenere in braccio”) Anche questa posizione ha un soprannome che ne descrive più esplicitamente la forma: “Sostenere la palla all’altezza del torace, o delle spalle”. Le braccia sono questa volta più in alto, con i gomiti rilasciati e le mani rivolte verso il torace, dove, proprio nel centro, sulla linea dei capezzoli, si trova il Dantian medio, punto in cui concentriamo anche l’attenzione della mente. La posizione del corpo, è ancora, per il resto, quella dello Zhanzhuang. Anche questa posizione ha un benefico effetto su molte malattie del corpo. Si usa soprattutto per problemi legati al sistema respiratorio o a quello circolatorio, in particolare per il cuore.

XIUXI SHI (lett. “forma del riposo”) Esistono due posizioni che si utilizzano come ‘posizioni di riposo’:

        La prima è quella in cui le mani sono poste, con la zona compresa tra dorso e polso, sulla schiena, all’altezza dei reni. E’ un’ottima posizione per chi soffre di dolori di schiena o ai lombi, o, più in genere per le persone che hanno un vuoto di Yang.

        Nella seconda, invece, le mani sono poste davanti, con i palmi poggiati sul basso ventre, con le dita rivolte in direzione dei genitali. E’ una posizione terapeutica per chi ha problemi in quell’area, o per chi ha, in genere, un vuoto di Yin.

In entrambe le posizioni, le gambe sono completamente rilassate, ma non flesse, i piedi sono ben piantati a terra, le mani sono leggere e rilassate, il respiro è naturale e la lingua è leggermente appoggiata al palato.

MABU ZHAN ZHUANG (lett. “posizione a cavallo” o “posizione del cavaliere”) E’ una delle posizioni più usate nel Qigong statico, soprattutto quello più marziale, ma non solo. E’ infatti comune in alcune tecniche di Qigong buddhista ed anche di quello terapeutico, in particolare il “Kongjin gong”. La posizione, tenuta con le gambe divaricate e flesse, in modo da essere seduti su uno sgabello invisibile di altezza variabile, è diversa a seconda delle possibilità del praticante, e del tipo di pratica in cui è utilizzata; può essere mantenuta più o meno aperta e più o meno bassa.

        Dal punto di vista della sua utilizzazione pratica, il “Mapu” è una posizione importante per quanto riguarda la circolazione del Qi all’interno del corpo: è ottima per permettere lo scorrimento fluido del Qi nel “piccolo circuito celeste”; buona di conseguenza anche per lavorare su due punti molto importanti nell’agopuntura, il baihui (che si trova sulla cima della testa)e lo huiyin (situato dalla parte opposta, in basso, nella zona perineale), punti che vengono messi in connessione diretta attraverso il mantenimento statico di questa posizione. Per questo motivo, una volta stabilizzati nel “Mabu”, si può approfondire il lavoro con tecniche aggiuntive di braccia e mani, o con visualizzazioni e meditazioni.